Intervista a Roberto Pomari

Intervista a Roberto Pomari, presidente del Film Festival dei diritti umani di Lugano (FFDUL) e direttore del Palacinema di Locarno. Discuteremo con lui di democrazia il prossimo 29 novembre alla prossima Assemblea del Gruppo pensionati VPOD. Il Sig. Pomari ha lavorato per molti anni come manager del settore radiotelevisivo, è stato responsabile di vari progetti audiovisivi nazionali e direttore aggiunto in RSI.

  • Caro Roberto, siamo davvero lieti di poterti avere tra i relatori della nostra prossima assemblea. Sei sicuramente molto afferrato sul tema della democrazia grazie al tuo lavoro nel FFDUL. Puoi raccontarci brevemente come hai assunto questa carica?

La proposta è arrivata direttamente dal Consiglio della Fondazione Diritti umani di Lugano nel 2016. Io non ero più attivo professionalemente, in quanto per questioni famigliari ho anticipato il mio pensionamento. Conoscevo già il Festival e lo avevo seguito nelle sue prime due edizioni. È stata una grande sfida. Per fortuna, incontrando persone valide, sono riuscito a consolidare la direzione e a mettere in piedi un’organizzazione basata soprattutto sul volontariato, con la quale lavoriamo tutt’oggi.

  • Il Festival ha raggiunto la sua 6° edizione. Quali saranno i temi più presenti nei film proiettati? Ve n’è uno che avete voluto sottolineare?

Evitiamo di concentrare il Festival attorno a un tema di riferimento, non vogliamo creare delle gerarchie. Ogni violazione dei diritti umani trattata nei film selezionati ha la sua importanza. A volte si percepiscono dei collegamenti, che indicano tematiche legate dal denominatore comune della vulnerabilità dei più deboli e dei loro diritti fondamentali. Vi sono certo delle linee ricorrenti, in quanto la produzione cinematografica segue l’attualità, ma l’equilibrio nell’allestire un buon programma sta però nel non dimenticare nulla, e quindi saper trovare anche validi film su diversi temi.

  • In questi anni, vi è stato un film o un ospite che ha lasciato il segno?

L’anno scorso abbiamo avuto l’onore di premiare Markus Imhoof ed è stato uno dei momenti più alti del Festival. La sala era strapiena, con spettatori seduti anche sugli scalini della sala. Fuori pioveva e molta gente non era potuta entrare. Imhoof è allora sceso dal palco ed è uscito per scusarsi con gli esclusi, ringraziandoli personalmente per essere venuti a vedere il suo film.

  • Da novembre 2018 sei diventato direttore del Palacinema di Locarno. In che cosa consiste questo compito?

Il mio lavoro è quello di essere il legante fra le varie componenti che convivono al Palacinema. Locarno Film Festival, CISA, Ticino film commission, laboratori audiovisivi SUPSI e 3 belle sale con loro programmazione. La Città vorrebbe che orchestrando queste entità possano scaturire progetti e offerte, perché il Palacinema possa diventare un polo di riferimento dell’audiovisivo a livello cantonale, se non nazionale. In questo primo anno mi sono quindi impegnato a conoscere le realtà e le persone coinvolte e a individuare gli snodi di collaborazione da poter potenzialmente sviluppare.

  • Non possiamo quindi definirti un amante dell’ozio…

Certo, amo l’ozio nella sua accezione più nobile, e lo pratico quanto posso. Non riesco evidentemente a praticarlo in modo estensivo (ahah), ma ritengo che oggi nella nostra società iperattiva e connessa sia doveroso ricavarsi degli spazi di libertà personale. Non è pigrizia, ma una salutare disconnessione dall’assillante dovere di reperibilità al quale siamo ormai esposti.

  • Il diritto all’ozio è invece molto caro al nostro presidente Ermete Gauro, col quale discuterai durante la nostra prossima Assemblea pensionati VPOD riguardo alla deriva della democrazia ai giorni nostri.

Ho conosciuto con molto piacere Ermete quest’estate e siamo entrambi estremamente interessati e appassionati alla tematica, di fatto sotto gli occhi di tutti viste le vicende internazionali attuali. Siamo infatti di fronte al crollo dei fondamentali e a pericolose forme personali di interpretazione delle dinamiche democratiche, fatte senza filtro storico né critico. Praticamente una “Democrazia fai da te” e purtroppo possiamo già assistere ad alcune conseguenze. L’argomento del dibattito è quindi più che pertinente e la discussione si prospetta molto interessante.

Un’occasione per riflettere sulle emergenze

Dal 9 al 13 ottobre 2019 si terrà la 6° edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL), nelle storiche sale luganesi del cinema Corso e del cinema Iride. Nella scelta operata all’interno della più recente produzione cinematografica, emergono alcune urgenze che vogliono essere sottolineate e presentate al grande pubblico.

Nazioni in guerra, abusi di potere che segnano profondamente le sorti dell’umanità, cambiamenti climatici e testimonianze concrete della correlazione con l’intervento umano, nonché altri temi scomodi. Tanti argomenti che spingeranno a una riflessione sul punto di vista e sulla posizione che l’umanità assume di fronte ad essi.

Le tematiche affrontate dai film verranno poi discusse durante dei Forum di approfondimento, che caratterizzano il FFDUL, ai quali siederanno esperti dei più svariati settori insieme ai registi e protagonisti delle storie raccontate. Un dialogo al quale anche il pubblico potrà partecipare. Il FFDUL vuole quindi proporre un concreto confronto con emergenze esistenti a livello globale, offrendo immagini e confronti di rilievo. Non mancate!

Per maggiori informazioni: www.festivaldirittiumani.ch