Nel comunicato VPOD docenti del 21 agosto scorso abbiamo indicato che probabilmente è capitato raramente in passato di avere tanta voglia di tornare a scuola, indipendentemente dal fatto che ci si sieda dietro una cattedra o dietro un banco. Insegnanti e studenti abbiamo tutti un gran desiderio di incontrarci, di scambiarci saperi ed emozioni, di imparare a conoscerci o di approfondire il nostro rapporto.
Dalla scuola dell’infanzia al post-obbligatorio tra docente e discente è indispensabile il contatto diretto, l’incrocio degli sguardi e lo scambio verbale non mediato da supporti tecnologici. Questi sono stati certo utili, indispensabili, per portare a buon fine l’anno scolastico nell’emergenza Covid 19, ma hanno anche rivelato tutti i loro limiti, primo fra tutti la disparità di condizioni di apprendimento legata al fattore socio-economico famigliare degli studenti.
Dei tre scenari studiati dal Dipartimento, la condizione pandemica ha permesso di optare per l’apertura quasi normale della scuola a settembre, ma dovremo impegnarci tutte e tutti per non scivolare in seguito negli altri scenari, che rappresentano inevitabilmente un peggioramento della scuola in presenza.
Porto della mascherina
Quanto alle direttive emanate dal Consiglio di Stato su raccomandazione degli esperti abbiamo indicato sin dal 21 agosto che sarà necessario un controllo rigoroso delle misure igienico-sanitarie implementate dai singoli istituti, che potrebbero a nostro avviso pure essere rafforzate, rendendo obbligatoria la mascherina per docenti e allievi/studenti nelle aule e negli spazi comuni degli istituti a partire dalle scuole medie ed -a meno di improbabili controindicazioni- anche nelle scuole elementari. La scienza ci dice che la mascherina non fa male e tutti noi ci siamo ormai abituati a portarla: generalizzandola, rassicureremmo docenti, allievi/studenti e famiglie (e non è poco), contribuiremmo alla diffusione dello strumento e del suo corretto uso, renderemmo un po’ più difficoltosa la propagazione del virus.
Scuola dell’infanzia
Nella scuola dell’infanzia, dove non è possibile generalizzare l’uso della mascherina, abbiamo richiesto massima attenzione al piano di protezione della salute di docenti, personale ausiliario e bambini, vista la particolarità degli allievi in bassa età, che non hanno ancora la capacità di mantenere costantemente le distanze fisiche, come ricordato dall’Associazione delle docenti della scuola dell’infanzia.
Apparecchi misurazione aria
Oltre a ciò abbiamo sottolineato che era pure necessario dotare le aule di apparecchi per la misurazione della qualità dell’aria in modo da limitare la concentrazione virale: quando si è in 24 o 26 in uno spazio chiuso il livello di guardia può essere raggiunto rapidamente e l’arrivo dei mesi freddi (e certe sedi scolastiche vetuste!) potrebbe scoraggiare dall’arieggiare frequentemente i locali. Bisognerà pure prestare particolare attenzione agli stabili con standard Minergie, che non permette sempre l’apertura delle finestre.
Mense
Abbiamo attirato l’attenzione anche sui piani di protezione delle refezioni e mense scolastiche che hanno dovuto essere approntati rapidamente e che vanno dunque costantemente monitorati e modificati secondo le necessità.
Categorie a rischio
Abbiamo richiesto pure di garantire la protezione massima della salute delle categorie a rischio. In particolare c’è il problema delle colleghe in gravidanza, che in base alle recenti evidenze scientifiche sono soggette a rischio Covid 19: qui si applica l’art. 10 dell’ordinanza Covid 19, in base a cui i datori di lavoro devono prevedere e attuare i provvedimenti necessari per garantire che i lavoratori possano rispettare le raccomandazioni dell’Ufficio federale della salute pubblica concernenti l’igiene e il distanziamento. Se questo non è il caso, il medico curante può vietare l’impiego della donna incinta in base all’Ordinanza sulla protezione della maternità (art. 3: Il medico che ha visitato la lavoratrice precisa in un certificato medico se quest’ultima può proseguire senza riserve la propria attività al posto di lavoro in questione o se deve continuarla a determinate condizioni oppure se essa deve interromperla.).
Formazione continua e recuperi
Il Sindacato VPOD docenti già a maggio ha avanzato altre due importanti richieste per docenti e studenti:
- permettere, facoltativamente, ai docenti di ogni ordine e grado scolastico di conteggiare da 1 a 3 giorni di formazione continua nel quantitativo minimo quadriennale obbligatorio, per tener conto dell’aggiornamento svolto in ambito di insegnamento a distanza nella fase Covid 19, cui si aggiunge il prolungamento del periodo di divieto di frequenza dei corsi di aggiornamento per docenti;
- istituire ore lezioni per recuperi straordinari disciplinari destinati agli studenti dalle Medie in su durante tutto l’anno scolastico entrante. La scuola pubblica deve riagganciare i ragazzi che più hanno sofferto dell’anomalo svolgimento dell’anno scolastico passato. Le bassissime percentuali di insuccesso registrate l’anno scorso implicheranno in certi settori classi ancor più eterogenee e non basterà dunque la sola professionalità del docente ad evitare che vi siano allievi che non riescono a rimettersi al passo.
Partecipazione
Abbiamo concluso auspicando che il Consiglio di Stato e il Dipartimento educazione cultura e sport sappiano continuare a gestire in modo previdente l’emergenza Covid 19, in particolare coinvolgendo tempestivamente i sindacati e gli altri organi rappresentativi delle e dei docenti.