Per realizzare uno sciopero femminista, è necessaria la partecipazione attiva dei sindacati e di un gran fronte popolare! L’obbiettivo delle numerose riunioni organizzate in tutto il Paese è appunto quello di implicare il maggior numero di donne e sul contenuto di rivendicazioni che possano realizzare la parità.
Ad esempio, la revisione della Legge sulla parità dei sessi è chiaramente al di sotto delle aspettative: in effetti, verranno sanzionate solo le discriminazioni salariali «inspiegabili» ma non si terrà conto di ingiustizie quali la minor valorizzazione del lavoro femminile o la preferenza nell’assunzione di uomini per ricoprire alte cariche professionali. Una revisione del genere non cambierà nulla!
E le nuove cifre dell’Inchiesta svizzera sui salari non ci rassicurano affatto: il comunicato stampa dell’Ufficio federale di Statistica annuncia che «la disparità salariale tra uomo e donna è meno elevata»: il salario medio degli uomini è di 6’830 CHF/mese, quello delle donne 6’010 CHF/mese, quindi una differenza di “soli” 820 CHF o del 12 %.
Bisogna però ricordare che la ripartizione degli impieghi è molto diversa: da un lato 60% degli impieghi con salario medio inferiore a 4’500 CHF mensili sono occupati da donne; dall’altro lato gli uomini occupano l’83% degli impieghi con salari superiori a 16'000 CHF mensili.
Le cifre dimostrano inoltre un’altra discriminazione: la remunerazione oraria delle persone impiegate meno del 75% è sistematicamente inferiore a quella che sarebbe versata al 100% per il medesimo impiego e anche qui la maggior parte delle persone impiegate a tempo parziale sono donne.
Rimane quindi molto da fare, perché per poter essere efficace una politica della parità deve tener conto dell’intera realtà lavorativa delle donne.