Rivalutare il lavoro femminile nel settore sociosanitario

La crisi in atto ha evidenziato l’importanza per la società di poter contare su un’organizzazione sanitaria efficiente. Un’organizzazione fatta di strutture sviluppate, ma soprattutto di personale qualificato. A livello mondiale le donne ricoprono il 70% dei posti di lavoro nel settore sociosanitario. La presenza femminile anche in Svizzera è nettamente maggioritaria nel campo delle cure ed è vitale che le donne continuino a formarsi e lavorarvi.

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C’è un ma tuttavia. Da 30 anni tutti i settori sociosanitari sono sotto pressione e le condizioni di lavoro peggiorano a causa del neoliberismo imperante. Il settore sociosanitario è regolato anch’esso da spietate leggi di mercato: costi, risparmi, redditività. Per questo la degenza media in ospedale/clinica è stata abbreviata e ciò ha inciso sul carico di lavoro del personale. Anche le condizioni di lavoro nell’assistenza e cura a domicilio sono critiche e nelle case anziani/istituzioni sociali spesso mancano le risorse per prendersi cura in modo ottimale dei residenti. Questo fa sì che il personale di cura sia colpito da un tasso particolarmente alto di burn out. Ne risente negativamente anche l’attrattiva delle formazioni e professioni sanitarie.

Vi è inoltre un forte abbondono della professione soprattutto da parte delle donne dopo una decina di anni, per cui il 45% delle infermiere lascia la professione in corso di carriera. La vita professionale delle infermiere è mediamente di 15 anni. Incidono su queste scelte la burocratizzazione e le pressioni dall’alto, l’eccessivo carico e stress nel lavoro, le condizioni salariali meno attrattive di altri settori e la difficoltà di conciliare lavoro a turni e famiglia.

Secondo un rapporto della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità entro il 2030 saranno necessari ulteriori 65’000 infermiere ed infermieri. È quindi fondamentale che le condizioni di lavoro in ambito sociosanitario migliorino! Non possiamo più permetterci che del personale formato lasci la professione a causa di mancanze strutturali nel sistema! La settimana di mobilitazione del personale sociosanitario vuole sottolineare che il settore è fondamentale per la nostra società e che non bastano i ringraziamenti puntuali. Come sindacato del personale del settore pubblico e sociosanitario esigiamo maggiori finanziamenti pubblici delle strutture sociosanitarie e delle formazioni necessarie al loro buon funzionamento, per permettere soprattutto alle donne di rimanere a lungo nella professione scelta. Dobbiamo smettere di sprecare importante capitale umano ed esperienza!

di Lorena Gianolli, sindacalista VPOD Ticino