Le ragioni della nostra contrarietà a tale progetto sono molteplici e nascono in primis dalla considerazione che possono essere implementate misure di restrizione della libertà per persone che non hanno commesso reati, che non hanno subito condanne e che a seguito di tali provvedimenti vedrebbero segnato il loro futuro.
La norma permetterebbe e autorizzerebbe tre tipi di sanzioni restrittive: sanzioni disciplinari, misure di sicurezza e misure di contenzione, queste ultime prevedono di fatto la privazione della libertà con la “carcerazione” in camera per almeno 7 giorni, con l’applicazione di misure “contenitive” (cinghie al letto”?).
La cosa grave è che dette misure possano essere ordinate dai direttori dei Centri Educativi per minori con la sola richiesta di autorizzazione all’autorità che ha disposto il collocamento del soggetto nel Centro! Come è possibile che nel 2018 vi sia la possibilità di segregare qualcuno senza processo o senza la presenza di un reato accertato? Come usciranno, una volta maggiorenni i soggetti sottoposti a tali trattamenti? Con quale fiducia potranno guardare al loro futuro?
Un’ altra perplessità riguarda i numeri, risulta infatti che non più di una quindicina di adolescenti “problematici” che necessiterebbero di un collocamento nel CECM, questo a fronte di un investimento di circa 6 milioni di franchi! Sarebbe, a nostro avviso, più opportuno investire queste risorse in reali politiche di reinserimento ed inclusione, potenziando la rete relazionale dei minori in difficoltà dando più valenza a progetti di collaborazione tra i vari soggetti interessati (famiglie, CEM, comuni, scuole e servizi sociali territoriali).