L’iniziativa prevede al capoverso 3, che “La Confederazione mette periodicamente all'asta concessioni per la radio e la televisione.”. Come avvenuto per le partite di hockey, ad acquistare la concessione saranno i potenti gruppi mediatici esteri, che si spartiranno la torta per diffondere emissioni commerciali a tutto spiano, a scapito dell’informazione e della cultura. Oltre alla fine della Radiotelevisione di lingua italiana (RSI) e di altre emittenti regionali, sarà la fine anche dell’Orchestra della Svizzera italiana, i cui concerti vengono acquistati in numero importante dalla RSI. Migliaia di posti di lavoro e un patrimonio culturale inestimabile andranno persi.
Chi difende l’iniziativa No Billag vuole veramente male al Ticino, anche perché essa al capoverso 4 vieta alla Confederazione di sovvenzionare qualsiasi emittente radiofonica o televisiva, per cui non ci saranno scappatoie nemmeno per le regioni periferiche e le minoranze linguistiche! Per far sentire la voce di chi vuole sostenere la continuità della radiotelevisione pubblica in Ticino e in tutta la Svizzera, sarà importante partecipare alla manifestazione popolare indetta il 27 gennaio alle 14.30 a Bellinzona (partenza dal Piazzale della Stazione) e votare NO all’iniziativa popolare dell’11 dicembre 2015 per l’abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag).
di Raoul Ghisletta, segretario VPOD Ticino