Giù le mani dalle rendite!

Lo scorso 4 gennaio i sindacati, il movimento Sciopero femminista e i partiti di sinistra hanno lanciato il referendum contro l’aumento dell’età AVS per le donne (AVS 21).

© Foto Eric Roset

“Vogliamo delle rendite che ci permettano di vivere degnamente! Rifiutiamo l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne!” Questo era uno dei 19 punti dello sciopero femminista del 14 giugno 2019. Lo sciopero è stato seguito da oltre mezzo milione di donne, LGBTIQ+ e uomini solidali. Ma la maggioranza del Parlamento ha deciso di non ascoltare gli scioperanti, così come ha ignorato sia l'appello firmato da più di 300’000 donne la scorsa primavera, sia le 100’000 persone che hanno manifestato in tutta la Svizzera il 14 giugno 2021, sia le 15’000 che sono venute a Berna per protestare contro AVS 21.

In quanto rappresentante del Movimento sciopero femminista e del Sindacato dei servizi pubblici VPOD voglio portare la voce delle centinaia di migliaia di persone che si sono mobilitate contro una riforma ingiusta, e in particolare la voce delle lavoratrici in prima linea, tra cui molte donne migranti senza diritto di voto.

AVS 21 disprezza innanzi tutto le lavoratrici che assumono funzioni essenziali per il funzionamento della società e dell'economia. Disprezza le lavoratrici che si prendono cura di noi mettendo a rischio la loro stessa salute e lavorando in condizioni difficili che le logorano fisicamente e mentalmente. Disprezza le lavoratrici che svolgono il lavoro domestico e curano i bambini delle donne borghesi in carriera (che oggi, in barba alla più elementare solidarietà, si mobilitano a favore dell'AVS 21 e parlano di "uguaglianza").

AVS 21 significa lavorare più a lungo per pensioni più basse: significa una perdita di circa 1’200 franchi ogni anno. Il pensionamento anticipato a 64 anni sarà un "lusso" che molte lavoratrici non potranno più permettersi. Come sappiamo, più il lavoro è duro e usurante, più lo stipendio è basso. Imporre un anno di lavoro in più è una misura dura, antisociale e ingiusta. Ciò di cui abbiamo bisogno è una riforma che aumenti le pensioni e non l'età di pensionamento! Vogliamo insomma un sistema pensionistico più egualitario, solidale e sostenibile.

AVS 21 significa risparmiare 10 miliardi di franchi a scapito delle donne. Se la parità salariale fosse applicata, non sarebbe necessaria alcuna riforma! Infatti non solamente le donne starebbero meglio durante tutta la loro vita lavorativa, ma contribuirebbero di più al finanziamento dell’AVS: un importo stimato in 825 milioni di franchi in più all'anno renderebbe inutile AVS 21.

AVS 21 ignora poi il valore del lavoro non retribuito, che in gran parte è svolto da donne. Ricordo ad es. che ogni anno le nonne realizzano circa 113 milioni di ore di assistenza ai loro nipoti, cui si aggiungono le ore svolte per l’assistenza dei congiunti per un valore totale di 8 miliardi di franchi all'anno. Globalmente questo lavoro domestico, educativo e di assistenza/cura ai congiunti svolto dalle donne equivale a 8 miliardi di franchi annui che la società e l'economia non devono sborsare!

AVS 21 non considera neppure il fatto che le pensioni delle donne sono già in media del 37% più basse di quelle degli uomini. Un terzo delle donne in pensione non ha una rendita del 2° pilastro e deve vivere con la sua modesta rendita AVS. Non è un caso che la maggior parte dei beneficiari di prestazioni complementari siano donne: il 15% delle pensionate fa capo alle prestazioni complementari per vivere contro il 10% dei pensionati.

AVS 21 è cieca anche di fronte alla disoccupazione di lunga durata tra gli over 49 anni. Licenziate da padroni senza scrupoli e logorate da lavori usuranti molte lavoratrici perdono il loro impiego e faticano a trovarne uno nuovo: il tasso di donne sottoccupate o disoccupate è il doppio di quello degli uomini! Aumentare l'età di pensionamento significa prolungare un periodo di fragilità in un momento in cui il numero di anziani che dipendono dall'assistenza sociale è già in aumento.

AVS rifiuta di vedere anche le disuguaglianze sociali nella speranza di vita. Uno studio francese mostra che il 60% delle persone più povere contro il 25% delle persone più ricche muore prima di raggiungere gli 80 anni. Aumentare l'età AVS significa quindi impedire alla maggior parte delle persone povere di godere di qualche anno di pensione in buona salute. E ricordiamoci che per la destra l'innalzamento dell'età pensionistica delle donne è solamente il primo passo verso l'innalzamento dell'età AVS a 67 anni per tutti.

Il Movimento Sciopero femminista e il Sindacato VPOD si mobilitano pertanto per garantire il successo del referendum contro AVS 21 e rivendicano un sistema di assicurazioni sociali, che tenga conto dei percorsi di vita e risponda ai bisogni della maggioranza della popolazione. La Svizzera è un paese che ha i mezzi per garantire pensioni dignitose!