Il progetto “La scuola che verrà” nella scuola dell’infanzia, elementare e media va proprio in questa direzione. L’insegnamento da parte di due docenti in una classe consente di affinare la trasmissione del sapere e di stimolare la crescita dell’allievo lavorando a gruppi più piccoli. Medesimo discorso vale per l’insegnamento a classi dimezzate: il programma non muta, ma il rapporto numerico tra docente e allievi scende da 1 a 25 a 1 a 12! Vi è quindi maggiore tempo per il docente di rispondere alle domande degli allievi e di approfondire i temi. Anche i docenti di sostegno pedagogico saranno potenziati e potranno aiutare maggiormente gli allievi deboli nell’imparare ad imparare. Interessanti sono anche il rafforzamento del ruolo del docente di classe nella scuola media e il potenziamento dei momenti di orientamento alla scelta professionale dell’allievo. La scuola media unica viene mantenuta e rafforzata, mentre le stigmatizzazioni legate ai livelli A e B nel libretto finale non vi saranno più.
Il settore sociosanitario non ha che da guadagnare da un rafforzamento della scuola dell’obbligo grazie all’investimento in un maggiore numero di docenti, che favoriranno la crescita delle competenze degli allievi. Il settore sociosanitario potrà così attingere ad un numero maggiore di apprendisti e di allievi, che è necessario a rispondere all’invecchiamento della popolazione ticinese. Il settore sociosanitario ha quindi tutto l’interesse a votare Sì il prossimo 23 settembre 2018 la sperimentazione del progetto de “La Scuola che verrà”, votata da PLR, PPD, PS e Verdi in Gran Consiglio dopo un lavoro di analisi e sviluppo delle proposte presentate dal Dipartimento educazione. Analisi e sviluppo cui hanno partecipato in modo costruttivo il Sindacato docenti VPOD e numerosi altri gremi di docenti, che continueranno a vigilare sulla sperimentazione.
di Fausto Calabretta – sindacalista VPOD Ticino