Inoltre va sottolineato come il finanziamento supplementare non sarà sufficiente per garantire sul lungo termine la stabilità del principale pilastro pensionistico. E la mancanza di un finanziamento solido condurrà inevitabilmente ad una nuova riforma tra pochi anni. Se accetteremo l’aumento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni e la “flessibilità” del pensionamento tra i 63 e i 70 anni, conditi da un fragile finanziamento, la strada sarà spianata verso un ulteriore aumento dell’età di pensionamento. Magari fino a 70 anni!
Ci sono vie alternative? Certo che sì! L’AVS può essere finanziata in modo solido per esempio con un aumento contenuto dei tassi di contribuzione o con un maggior contributo della Confederazione grazie, per esempio, agli utili della Banca Nazionale o a una tassa sui dividendi.
L’AVS è un valore per l’intera società che non solo va preservato, ma anche rafforzato. Essa dà sicurezza a tutti coloro che raggiungono il pensionamento dopo una vita di lavoro più o meno stabile, più o meno remunerata, più o meno fortunata.
Il 14 giugno segna la protesta delle donne contro la disparità salariale che è così difficile da sradicare dall’economia e dalla cultura. Questa disparità si riflette a livello pensionistico (gender pension gap) con una differenza del 37% tra uomini e donne. Solamente nell’AVS le donne sono trattate in modo equo e ricevono rendite pari a quelle degli uomini. Non spegniamo questo barlume di luce e di equità dal nostro sistema pensionistico!
di rete Nateil14giugno