Il Forum esprime un apprezzamento generale per la scelta di attenuare, in alcuni casi di far cadere o sospendere, alcuni dei provvedimenti inizialmente previsti, con particolare riferimento a quelle proposte che più di altre avevano suscitato, nel corso della consultazione, critiche e scetticismo in seno al mondo della scuola.
Permangono tra le diverse associazioni coinvolte nel Forum differenze di giudizio nei confronti dell’impianto generale della riforma e di alcuni dei principi su cui essa si fonda. Nondimeno vi è un consenso di massima sulla proposta di avviare una sperimentazione del progetto, che a nostro parere andrebbe però accompagnata da una serie di misure che tengano conto delle seguenti osservazioni:
- Il dialogo fra Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport e il mondo della scuola deve necessariamente essere migliorato e le modalità di conduzione della riforma fin qui adottate devono essere riviste. Vi è in particolare l’esigenza, fin dalla preparazione della fase sperimentale, di garantire un coinvolgimento reale (un’effettiva possibilità di partecipazione ideativa e realizzativa) degli insegnanti, dei quadri scolastici e delle organizzazioni magistrali e studentesche. L’affinamento del progetto, le fasi realizzative dello stesso e le forme della sua verifica dovrebbero prevedere dei dispositivi concordati e rappresentativi degli insegnanti.
Il Forum chiede, quindi, che con l’avvio della sperimentazione si introducano forme di confronto, di collaborazione e di condivisione delle scelte operative, che prevedano la partecipazione, nei luoghi di conduzione della riforma, di figure rappresentative delle diverse sensibilità presenti nel mondo scolastico.
- È auspicabile che quanto proposto al punto 1 possa valere anche per l’opera di regolazione e revisione del nuovo “Piano di studio della scuola dell’obbligo”, che, dopo i tre anni di implementazione previsti, risulta ai nostri occhi indispensabile. Il Piano di studio, pur avendo avuto una genesi e uno sviluppo autonomo rispetto al progetto “La scuola che verrà” è, a detta dello stesso DECS, uno dei cardini della riforma. Eppure, per il momento non sembrano essere previste forme di consultazione che permettano in piena libertà di fare emergere dal mondo della scuola apprezzamenti e criticità individuate.
- Si manifestano alcune preoccupazioni in rapporto al dispositivo previsto dalla riforma, che sarà necessario approfondire nei prossimi mesi e nel corso della sperimentazione. In particolare, si tratterà di riflettere insieme su:
- quale senso e quali finalità dare alle nuove forme didattiche previste per la scuola media (laboratori, atelier, settimane-progetto), quali relazioni tessere tra queste e le normali lezioni, quali ricadute attendersi sul piano dei saperi messi al centro delle attività scolastiche e in che modo esse debbano dar luogo all’auspicata differenziazione pedagogica; tutti aspetti sui quali un ruolo fondamentale avranno l’autonomia didattica e la responsabilità dei docenti;
a) Quale ruolo dovranno assumere la nuova figura del “consulente didattico” (ci pare poco comprensibile averla creata sottraendo risorse agli esperti di materia della scuola media) e quella del “coordinatore di sede” dei gruppi di materia.
b) Quali possano essere le modalità e i criteri con cui distribuire le risorse previste per incentivare la collaborazione tra docenti e quali forme quest’ultima potrà assumere concretamente.
c) Lo strumento della cartella dell’allievo nelle scuole comunali, tenuto conto delle osservazioni critiche avanzate l’anno scorso dai docenti di diverse sedi scolastiche. - Ci si chiede per quale motivo la sperimentazione, originariamente prevista su un arco di tempo di 4 anni (corrispondenti alla naturale durata di un intero ciclo di scuola media) sia stata proposta per soli 3 anni. Il Forum auspica che si ritorni su questa decisione e, vista anche l’importanza e l’entità della riforma, si possa riprendere, rispetto ai tempi della sperimentazione, l’ipotesi iniziale.
- Per quanto riguarda il tema della valutazione della sperimentazione, è fortemente sentita la necessità di affiancare a eventuali sondaggi basati sulla misurazione del grado di acquisizione da parte degli allievi di determinati saperi e di determinate competenze, altre forme di verifica e di bilancio. La qualità di una riforma scolastica non è patrimonio esclusivo di queste modalità di valutazione: è a nostro giudizio altrettanto importante, ad esempio, verificare in che modo e con quali conseguenze muteranno le condizioni di lavoro e l’identità professionale degli insegnanti; in che modo e con quali conseguenze cambierà l’approccio degli alunni alla scuola, ai saperi, alla cultura; in che misura l’origine sociale degli allievi influirà sui loro risultati scolastici e sulle loro scelte formative e professionali.
Indipendentemente dalle riflessioni appena esposte, auspichiamo inoltre la messa a punto concordata di un dispositivo di valutazione della sperimentazione che sul piano della ricerca accademica non sia gestito esclusivamente dal CIRSE del DFA, e che al contempo preveda un ruolo attivo degli insegnanti e dei quadri scolastici e, in forme che andranno definite, delle associazioni sindacali e magistrali e di quelle studentesche.
Forum delle associazioni degli insegnanti e della scuola