Una decisione contro le donne

Il voto risicato del 25 settembre a favore dell’innalzamento dell’età delle donne è una decisione conto la voce delle donne. Il Sindacato VPOD si attende ora che le promesse del campo favorevole vengano mantenute: occorre migliorare le rendite e raggiungere una vera parità di genere!

Le vittime dell’aumento a 65 anni dell’AVS sono le lavoratrici attive nelle professioni fisicamente e psichicamente usuranti. Come pure lo sono le donne che per tutta la vita devono conciliare famiglia e lavoro, lavorando a tempo parziale.

Nessuno può contestare il ritardo del 37% che esiste per le pensioni delle donne: le donne infatti prendono a carico ancora la maggior parte del lavoro famigliare non remunerato, in particolare per la cura dei figli. Purtroppo le strutture per l’accoglienza della prima infanzia in Svizzera sono in ritardo rispetto a tanti altri Paesi e sono costose. Anche il salario delle professioni tipicamente femminili è più basso.

I favorevoli all’aumento dell’età AVS per le donne dovranno mantenere le loro promesse di migliorare la conciliazione, di risolvere i problemi di disparità salariale e di riformare il secondo pilastro. Ora esigiamo dei fatti!

Il Sindacato VPOD rivendica delle misure concrete e rapide: controlli e sanzioni per chi non rispetta la parità di genere, aumenti salariali per le professioni tipicamente femminili (sanità, formazione), potenziamento delle strutture per l’accoglienza della prima infanzia, miglioramento delle pensioni per le donne e protezione dei lavoratori e delle lavoratrici ultracinquantacinquenni. Inoltre va abbandonata ogni idea di aumentare l’età AVS al di là dei 65 anni.

In conclusione le donne VPOD continueranno a battersi e prepareranno lo sciopero delle donne del 14.6.2023.

di Katharina Prelicz-Huber, presidente VPOD Svizzera e Natascha Wey, segretaria generale VPOD Svizzera