Bambini e giovani beneficiano di un sistema di istruzione e formazione che permetterà loro di poi entrare nel mondo del lavoro. Una volta adulti, saranno loro a pagare i contributi per assicurare le pensioni di anzianità e i servizi. È quindi un sistema funzionale.
Oltre a questa solidarietà sociale esiste anche una solidarietà familiare basata sul lavoro domestico, educativo e di cura non retribuito. Le lotte femministe hanno permesso di sottolineare l’importanza del lavoro delle madri, ma è però ancora difficile riuscire a quantificare l’ammontare del lavoro svolto da nonne e nonni.
In Svizzera, un figlio su tre è accudito regolarmente dai nonni. Questo tipo di accudimento è importante quanto quello di asili nido e centri diurni, che hanno ancora un numero insufficiente di posti e un costo troppo alto. Per dirla in modo chiaro: molte giovani donne sono professionalmente attive grazie al sostegno di madri/ suocere, senza le quali lascerebbero o ridurrebbero la propria attività professionale. Questa considerazione deve essere integrata nel dibattito sull’età pensionabile.
I giovani pensionati non sono una generazione privilegiata come molti pensano. Pochi sono quelli che vanno in pensione a 60 anni con grosse rendite. La maggior parte delle persone pensionate, soprattutto le donne, vive modestamente e si occupa della cura dei nipotini, di altre persone anziane, dipendenti e/o malate. Questo lavoro permette alla società notevoli risparmi: 8 miliardi CHF/anno per la sola cura dell’infanzia! Invece di innalzare l’età di pensionamento dovremmo invece abbassarla e allo stesso tempo bisognerebbe finalmente riconoscere l’importanza del lavoro non retribuito per la nostra società.
di Michela Bovolenta, segretaria centrale VPOD