I cittadini di Mendrisio, il 5 marzo scorso, hanno travolto la proposta delle Autorità comunali. Con 2589 voti (56.5%) contro 1991, hanno infatti affossato la trasformazione delle Aziende industriali di Mendrisio (AIM) in società anonima.
di Graziano Pestoni, presidente USS Ticino
È stata una vera battaglia. Da un lato vi era il Municipio in corpore, con l’incomprensibile complicità del rappresentante della sinistra, e la stragrande maggioranza del Consiglio comunale. Dall'altro lato le forze progressiste, qualche coraggioso consigliere di altre formazioni e la cosiddetta società civile. Il messaggio municipale, come si ricorderà, non si limitava a prevedere la trasformazione delle AIM in SA; esso prevedeva la possibilità di cedere parzialmente o totalmente le azioni al privato. Le argomentazioni dei fautori della SA erano le solite. Un'azienda pubblica non è adeguata ad attività sul mercato; nel caso specifico, non avrebbe la necessaria capacità di gestire le complesse problematiche del settore energetico. In altre parole, rimanendo sotto la responsabilità del Municipio e del Consiglio comunale e, in ultima analisi dei cittadini, sarebbe stata condannata al fallimento. La discussione ha assunto toni drammatici. Come, nel 1997 e nel 1998, quando si sono trasformate le PTT e le FFS. Anche allora gli argomenti erano gli stessi. Per affrontare con efficacia la concorrenza internazionale (che, detto per inciso, era inesistente poiché le regie federali avevano il monopolio nel loro rispettivo campo di attività), i fautori di quelle trasformazioni paventavano grandi disastri. Disastri puntualmente avvenuti, che costatiamo ogni giorno, in seguito alle privatizzazioni. Privatizzazioni e liberalizzazioni stanno creando problemi in tutto il mondo, in quanto l'obiettivo di un'azienda privatizzata non è più quello di fornire un servizio alla collettività, bensì quello di distribuire dividendi agli azionisti.
I fautori della SA hanno quindi focalizzato la loro campagna sui ricatti (se non passa la SA dovremo licenziare una parte del personale), le minacce (aumenteremo le imposte) e le bugie. Hanno dimenticato che nel nostro Paese i cittadini, contrariamente a buona parte della classe politica, sono molto sensibili al servizio pubblico. Essi sanno che la qualità di vita dipende anche da quanto offre la collettività: acqua potabile, energia, trasporti pubblici, servizi amministrativi e postali, servizi sanitari, scuole. E praticamente ogni volta che ne hanno avuto la possibilità i cittadini lo hanno dimostrato, anche nelle urne.