L’impegno VPOD Ticino dopo lo sciopero delle donne

Il Sindacato del personale pubblico e sociosanitario VPOD Ticino ha ottenuto dal Consiglio di Stato, dai Municipi e dalle direzioni degli enti sociosanitari il permesso per i dipendenti di partecipare alle attività dello sciopero del 14 giugno con modalità semplici e nello stesso compatibili con le esigenze di servizio al pubblico e ai pazienti. Pause di protesta in tempo di lavoro sono state effettuate dal personale in vari istituti sociosanitari, con il sostegno del sindacato e delle commissioni del personale. Volantini, bandiere e spille sono stati distribuiti ed esibiti in vari luoghi di lavoro. Alcune lavoratrici del settore pubblico e di quello sociosanitario hanno parlato negli incontri regionali di mezzogiorno e alla manifestazione centrale di Bellinzona.

Sul piano sociopolitico il Sindacato VPOD Ticino ha fatto depositare una mozione parlamentare e ha lanciato una petizione popolare per la creazione di un Ufficio cantonale per la parità tra donna e uomo, che ricalca l’ottimo modello del Canton Vaud: la petizione ha raccolto oltre 4'000 firme, consegnate al Gran Consiglio il 25 giugno.

Sempre sul piano sociopolitico il Sindacato VPOD è all’origine di due altre mozioni presentate nel parlamento ticinese, che riprendono modelli già esistenti o proposti in altri Cantoni:

  • quella per quote rosa del 30% almeno a livello di quadri amministrativi, di dirigenti degli enti parapubblici e membri di commissioni nominati dal Governo;
  • quella per una quota rosa del 40% almeno di quote rosa nelle liste elettorali.

Sul piano rivendicativo il Sindacato VPOD Ticino intende puntare su una modifica dei contratti collettivi di lavoro e dei regolamenti organici dei dipendenti, che introduca salari minimi di 4'000 fr mensili, 40 ore settimanali di lavoro e migliori congedi per la conciliazione famiglia-lavoro.

Altro tema prioritario del Sindacato VPOD è combattere il deterioramento delle pensioni cantonali (-15% senza intervento pubblico di risanamento), il quale colpirebbe innanzi tutto le impiegate e docenti che mediamente hanno rendite meno alte degli uomini.

Nel mirino del Sindacato VPOD sono infine le forme di lavoro precario e le esternalizzazioni di compiti pubblici, che penalizzano in primo luogo le donne.