In questo contesto il messaggio 7704 del Consiglio di Stato, Riforma della Scuola dell’obbligo (2019) non fa che riprendere alcuni di questi temi strategici, coniugandoli in modo certamente prudente ma non privo di ricadute positive, sulla scuola e sui suoi attori principali: allievi e docenti.
Purtroppo, a un anno distanza, l’Associazione comuni ticinesi e l’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese tirano di nuovo il freno a mano e addirittura declinano l’invito al dialogo della Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio, con il rischio di rinviare di tanto tempo ogni miglioramento nelle scuole comunali. L’ultima novità è che hanno indetto una consultazione dei Comuni fino a metà luglio, che deve analizzare il rapporto della Commissione formazione e cultura.
Peccato perché il messaggio prevede novità importanti per gli allievi delle scuole comunali:
• l'introduzione della figura del docente d'appoggio in numerose sezioni della scuola dell'infanzia (la Commissione formazione e cultura propone pure di affrontare finalmente la questione della pausa delle docenti di scuola dell’infanzia);
• il potenziamento della figura del docente d'appoggio e la riduzione del numero massimo di allievi per sezione nella scuola elementare (quest’ultimo punto è stato abbandonato dalla Commissione formazione e cultura, per evitare problemi logistici).
Queste misure sono ovviamente sostenute dalle e dagli insegnanti, anche perché l’avvento di HarmoS ha reso più estesa la fascia d’età dei bambini e ha posto degli obiettivi più elevati e vincolanti a livello di programmazione.
Non capiamo l’opposizione dell’Associazione comuni ticinesi e dell’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese, soprattutto perché il Cantone ha già dato la garanzia di assumersi i costi dell’operazione.
Siamo forse di fronte al solito sgambetto nei confronti del responsabile del DECS, Manuele Bertoli? Altrimenti perché dare uno schiaffo alle legittime richieste delle/dei loro docenti, dopo averli lodati per l’impegno dimostrato durante la pandemia da Covid-19? Pandemia che, di fatto, acuendo le differenze tra gli alunni, dimostra che le misure proposte sono dunque più necessarie ed urgenti che mai, anche nell’eventualità di una riapertura parziale della scuola a settembre.