Come superare i livelli A e B in tedesco e matematica?

Lo scorso 5 dicembre ho avuto il piacere di rappresentare il Sindacato VPOD docenti in occasione dell’audizione delle associazioni sindacali e magistrali da parte della Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio. Il testo completo dell’articolo si trova sul sito VPOD Ticino.

2 principi imprescindibili
In termini generali, il mio intervento era finalizzato a ribadire la posizione del sindacato che, conformemente ai contenuti dell’iniziativa popolare legislativa elaborata “Per il superamento della separazione degli allievi nella scuola media (basta livelli nella scuola media)”si fonda su due principi imprescindibili.

Il primo è che, a prescindere dall’approccio pedagogico-didattico che si sceglierà per sostituire l’attuale modello, il Sindacato docenti VPOD ritiene essenziale posticipare il più possibile la selezione tra gli allievi.

Il secondo principio che VPOD ritiene di fondamentale importanza nel nuovo modello che si adotterà è invece quello legato alla composizione dei gruppi di lavoro che dovranno essere rigorosamente eterogenei.

Il modello della codocenza
Il nuovo modello in consultazione, elaborato dalla Conferenza cantonale dei direttori di scuola media e confluito in un messaggio governativo 8205 elaborato dal DECS, prevede, cito, “un’organizzazione adeguata a garantire ai docenti lo spazio per esercitare una differenziazione pedagogica in sostituzione della differenza strutturale attualmente esistente.” Il modello è stato pensato per il superamento dell’attuale sistema adottato in matematica e tedesco, ma, stando al messaggio in consultazione, potrebbe essere idealmente esteso ad altre materie.

Le sue caratteristiche principali sono la sua applicazione nel SECONDO BIENNIO di scuola media, lo svolgimento di 5 unità didattiche settimanali in matematica e 3 in tedesco di CODOCENZA, lo svolgimento di almeno 1 unità didattica a GRUPPI RIDOTTI e una forma valutativa UNICA per tutti gli allievi (indipendentemente dai gruppi di lavoro frequentati).

Ad una prima osservazione, quindi, il modello in consultazione sembrerebbe rispettare i due principi ritenuti imprescindibili nella presa di posizione di VPOD, ossia il superamento dei livelli attraverso forme pedagogico-didattiche che posticipino il processo di selezione e che prevedano un lavoro a gruppi eterogenei. Non solo, non v’è alcun dubbio che la forma della codocenza, a prescindere dalle svariate modalità con cui si potrebbe/dovrebbe esercitare, permetterebbe ai docenti di rispondere in maniera puntuale ai bisogni educativi degli allievi, deboli o forti che siano.

Certo, anche noi, come altre associazioni sindacali o magistrali, riteniamo che il messaggio governativo sia, in alcuni punti, eccessivamente vago e che andrebbe definito con maggiore chiarezza, in particolare per le criticità che sono emerse in sede di analisi: come non interrogarsi di fronte all’accresciuto onere lavorativo che, inevitabilmente, un simile modello di codocenza comporterebbe per i docenti. Se è vero che la scuola deve essere prioritariamente una buona scuola soprattutto per gli allievi che la frequentano, è pur vero che i docenti che, detto per inciso, sono l’anima della stessa, devono pur essere messi in condizione di lavorare in maniera favorevole. Non si possono neppure sottacere le numerose preoccupazioni manifestate da numerosi docenti rispetto alla difficoltà di interagire con colleghi che hanno un’idea della scuola diversa dalla propria e che adottano approcci educativi diversi dai loro. E che dire del grande tema della equità della valutazione che toccherebbe la questione dei differenti gradi di approfondimento di competenze raggiunti dagli allievi? Da oltre 30 anni si discute sulla necessità di uniformare i criteri di valutazione tra i docenti dei singoli gruppi disciplinari senza trovare soluzioni adeguate.

Insomma, a ben guardare il modello in consultazione presenta numerose criticità che, fuori da ogni dubbio, andranno precisate meglio prima di operare una scelta definitiva. Ma il Sindacato VPOD docenti considera indispensabile che la politica e, in modo particolare il Gran Consiglio, dia un segnale positivo alle famiglie ticinesi e al mondo della scuola tutto, accettando, con tutte le modifiche e i complementi necessari (anche a costo di rimandarne l’applicazione all’anno successivo o, perché no, immaginando la sperimentazione di altre modalità pedagogico-didattiche che si basino sul principio dell’equità e delle pari opportunità) il messaggio governativo in consultazione.

di Christophe Forni, membro comitato docenti VPOD Ticino