NO e poi NO all'AVS 21 sulle spalle delle donne!

L’AVS 21 si basa su due misure: - l'aumento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni - l'aumento dell'IVA, una tassa antisociale che pesa maggiormente sulle persone con redditi modesti. L’AVS 21 non prevede alcuna misura di compensazione e potrebbe già entrare in vigore l'anno prossimo: il Consiglio degli e il Consiglio nazionale lo hanno approvato e a settembre tornerà al nazionale per eliminare le divergenze.

Mobilitazione sindacale e femminista
Per la terza volta l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne sarà posto in votazione: la maggioranza popolare l'ha già respinta nel 2004 (11° revisione dell'AVS) e di nuovo nel 2017 (PV 2020). All'inizio di quest'anno più di 300’000 persone hanno firmato l'appello dei sindacati "Giù le mani dalle pensioni delle donne! ". Tuttavia la destra persiste e chiede addirittura un aumento generale dell’età di pensionamento a 66 – 67 anni entro il 2026! La nostra risposta è determinata: combatteremo AVS 21 nelle piazze e nelle urne.

Eliminare le diseguaglianze!
Le donne percepiscono pensioni più basse a causa di tutte le disuguaglianze e discriminazioni accumulate durante la vita lavorativa: il divario salariale, la minor valorizzazione dei lavori femminili, il lavoro a tempo parziale, il soffitto di vetro, il lavoro domestico, educativo e di cura non remunerato.

La nostra priorità è di eliminare le disuguaglianze durante la vita lavorativa e nel contesto familiare: aumentando i salari delle donne aumenterebbero anche i contributi all’AVS e non si dovrebbe innalzare l'età per il pensionamento! Lavorare un anno in più non è una questione banale: è una misura che colpisce le lavoratrici che svolgono lavori faticosi e con bassi salari e che non possono permettersi il pensionamento anticipato!

La politica delle casse vuote
Nel 2020 l'AVS ha chiuso con un utile di 1,9 miliardi di franchi e dispone di 33,4 miliardi di Fr di patrimonio. La situazione dell’AVS non è drammatica, ma la destra da un lato dipinge tetri scenari per l’AVS e dall'altro lato si rifiuta di fornirle risorse aggiuntive (ad es. ha dimezzato l’aumento dell'IVA proposto dal Consiglio federale). Il suo scopo è chiaro: fare in modo che le casse dell’AVS rimangano vuote per giustificare la decisione di far lavorare più a lungo le donne!

di Michela Bovolenta, segretariato centrale SSP/VPOD