Giù le mani dalle nostre pensioni: NO ad AVS 21!

Lo scandaloso divario tra le pensioni delle donne e degli uomini è di circa un terzo. Invece di migliorare questa situazione una volta per tutte, il Parlamento vuole far pagare alle donne il prezzo del progetto di smantellamento dell'AVS (AVS 21) riducendo le loro pensioni di 1’200 franchi all'anno. L'Unione sindacale svizzera (USS), nel quadro di un'ampia alleanza, lancerà un referendum contro questo imbroglio.

È anche chiaro che AVS 21 non è che l'inizio. I sindacati combatteranno fermamente anche lo smantellamento delle pensioni del secondo pilastro del Consiglio nazionale, che sfavorisce le donne, come pure qualsiasi tentativo di aumento dell'età pensionabile.

Il Parlamento si rifiuta di vedere qual è la situazione pensionistica delle donne. La metà delle donne che andranno in pensione nel 2019 dovranno cavarsela con meno di 1'770 franchi al mese di rendita AVS. Quasi un terzo delle attuali pensionate non beneficia di alcuna rendita del 2° pilastro. Il valore delle pensioni per le donne è la metà di quello per gli uomini. Nei settori professionali a predominanza femminile, poi, le pensioni del 2° pilastro variano tra i 500 e gli 800 franchi al mese. Queste pensioni sono evidentemente troppo basse ed è quindi inaccettabile che scendano ancora di più.

Nonostante tale contesto le donne si troveranno di fronte a uno smantellamento delle loro rendite AVS. Il Parlamento vuole aumentare la loro età di pensionamento, il che significherebbe, per la rendita AVS mediana, una riduzione di 1’200 franchi all'anno. Quindi saranno proprio le donne con pensioni sono insufficienti a subire riduzioni drastiche e permanenti. Il progetto AVS 21 non contiene nessuno dei miglioramenti di cui le donne hanno urgente bisogno. In realtà solamente nell’ambito dell’AVS è possibile rafforzare le pensioni femminili, migliorando la situazione di tutti. E anche le misure decise per la generazione di transizione sono un imbroglio, poiché AVS 21 fa diminuire le pensioni di più della metà delle donne di questa categoria.

Contrariamente a quanto proponeva dal Consiglio federale il Parlamento vuole consentire il pensionamento anticipato solamente a partire dai 63 anni e non più a partire da 62 anni (il mantenimento della pensione anticipata a 62 anni per le donne era una proposta sostenuta da molti ed era finanziariamente neutra per l’AVS). Così il Parlamento punisce doppiamente le donne. Per gli uomini, invece, non cambia nulla in questo senso rispetto allo statu quo. Tuttavia anche loro saranno colpiti dai tagli alle pensioni, attraverso i quali il Parlamento vuole incoraggiare le persone a lavorare più a lungo.

In un momento in cui la crisi del coronavirus torna di attualità, il Parlamento ne approfitta per accelerare lo smantellamento delle pensioni. Di fatto, oltre al progetto di riforma dell’AVS, il Consiglio nazionale ha adottato il modello bancario e assicurativo per la riforma della LPP. Invece di introdurre miglioramenti per le donne, questo modello porterà a costi più elevati e a rendite di secondo pilastro più basse. L'obiettivo della destra è evidente: far lavorare tutti più a lungo, con un reddito da pensione inferiore. Prima per le donne, poi per tutti.

Questa politica non tiene conto della realtà. All'inizio dell'anno più di 300’000 donne e uomini hanno firmato l'appello contro l'AVS 21 in soli cinque giorni. A metà settembre, più di 15’000 manifestanti hanno scandito "Giù le mani dalle nostre pensioni" davanti al Palazzo federale. Sulla base di questa opposizione chiara contro lo smantellamento delle pensioni e di un deciso impegno per un'AVS forte, l'USS, insieme a un'ampia alleanza, lancerà il referendum contro l'AVS 21.

Firmate subito anche voi il referendum!

  • Giù le mani dalle rendite!

    Lo scorso 4 gennaio i sindacati, il movimento Sciopero femminista e i partiti di sinistra hanno lanciato il referendum contro l’aumento dell’età AVS per le donne (AVS 21).

  • Le donne sono le vittime della Legge sulla previdenza vecchiaia!

    In gennaio, l'Ufficio federale di statistica (UST) ha pubblicato i risultati delle ricerche sulle nuove rendite pensionistiche versate nel 2020 dal sistema di previdenza professionale. Queste cifre confermano ancora una volta che il secondo pilastro del sistema pensionistico svizzero pregiudica le donne in modo molto significativo. Queste cifre sono ancora più importanti adesso, che siamo nel mezzo di una campagna referendaria contro l'AVS 21 e che il Parlamento si prepara a discutere la seconda parte della riforma delle pensioni, il progetto LPP 21.

  • 151'782 firme contro AVS 21 !

    Questa cifra è impressionante e rappresenta un messaggio chiarissimo: ancora NO ai 65 anni!

  • Lavorare un anno in più sarebbe totalmente ingiusto!

    Ho 60 anni. Se la riforma dell'AVS 21 verrà approvata in votazione popolare il 25 settembre, dovrò lavorare fino all'età di 65 anni. È la terza volta di fila che mi mobilito contro una riforma dell'AVS ingiusta, antisociale e sessista che mira ad aumentare l'età pensionabile delle donne.

  • NO a una riforma sulle spalle delle donne

    Martedì 14 giugno alle 11:30 in Piazza Manzoni a Lugano l’Unione sindacale donne Ticino e Moesa ha lanciato la campagna “NO AVS 21” per sensibilizzare la popolazione verso la votazione del prossimo 25 settembre 2022.

  • AVS 21 costerà ad ogni donna 26'000 franchi. Ed è solo l'inizio!

    Ogni donna perderebbe in media 26'000 franchi di reddito. E questo è solo l'inizio: è già previsto l'innalzamento dell'età di pensionamento a 67 anni per tutte/i.

  • Il prossimo passo sarà l’età di pensionamento a 67 anni per tutti!

    Giovedì 25 agosto si è svolta la conferenza stampa del comitato unitario contro il progetto AVS 21.

  • Le finanze dell'AVS sono a posto: vi sono eccedenze per 2,6 miliardi!

    Per farci ingoiare la pillola dell’AVS 21, ci viene detto che le finanze dell’AVS hanno un andamento negativo. Ma non è così: nel 2021 l’AVS ha chiuso con un risultato positivo di 2,6 miliardi di franchi. Il fondo di distribuzione, che tiene conto solo dei contributi raccolti e delle pensioni erogate, ha registrato un’eccedenza di 880 milioni di franchi. Inoltre, il risultato degli investimenti è stato di 1’652 milioni di franchi svizzeri.

  • La discriminazione della donna è ancora enorme in Svizzera. Nessuna esitazione, il 25 settembre votiamo 2 NO ad AVS 21!

    Il Consiglio federale ha appena adottato un rapporto sul divario di reddito globale tra donne e uomini che risponde a un postulato di Samira Marti, presentato il 25 settembre 2019.

  • Una decisione contro le donne

    Il voto risicato del 25 settembre a favore dell’innalzamento dell’età delle donne è una decisione conto la voce delle donne. Il Sindacato VPOD si attende ora che le promesse del campo favorevole vengano mantenute: occorre migliorare le rendite e raggiungere una vera parità di genere!

  • La Collera delle donne: verso lo sciopero del 14 giugno 2023

    AVS 21 è stata accettata dal popolo svizzero il 25.9.2022 per una manciata di voti: 31'852, con una maggioranza del 50,55%. I voti delle donne, della maggioranza dei 35-64enni e della maggior parte dei lavoratori che guadagnano meno di 7’000 franchi al mese non sono bastati. Infatti una maggioranza di uomini, pensionati e ricchi è riuscita a imporre, per un pelo, l’aumento dell'età pensionabile delle donne. Un anno in più di lavoro che costerà caro alle donne, ma anche a tutti i dipendenti. E ora è la rabbia a prevalere.