Secondo l’indagine gli allievi ticinesi sono mediamente più bravi rispetto ai quindicenni di un’ottantina di Paesi del mondo ad eccezione di alcuni Stati (Giappone) o micro Stati (Singapore, Hong Kong, ...) asiatici rinomati per la selettività precoce e continua dei loro sistemi scolastici. Non solo: la scuola inclusiva scelta in Ticino permette che lo scarto tra i migliori e i meno bravi sia poco elevato. Non può che fare piacere, così come il fatto che il Direttor Berger abbia sottolineato come buona parte del merito di questo risultato vada attribuito al corpo docente che si arrabatta tra le scarse risorse messe a disposizione, il continuo aumento degli oneri lavorativi e gli altrettanto infiniti peggioramenti contrattuali.
Cosa sono le competenze che si vanno a misurare?
Sono quegli strumenti di base che dovrebbero permettere di affrontare la vita quotidiana ad ogni individuo: ma in Ticino il 15-20% degli allievi non riesce ad appropriarsene. Ciò è grave: lo studio rileva infatti un aumento dell’incidenza della provenienza socio economica delle famiglie sui risultati degli studenti e, di conseguenza, sui loro percorsi formativi post obbligatori. In barba alle pari opportunità che rappresenta uno dei valori fondanti e più importanti da portare avanti per la scuola pubblica.
Interrogativi ineluttabili
Dal mio osservatorio di docente liceale, mi pare che la difesa dei valori democratici passi anche dalla capacità di apprendere a guardare criticamente la società, dove purtroppo la ricerca del risultato immediato unita alla scaltrezza, l’individualismo esasperato e la soddisfazione personale ci privano del concetto di collettività, importantissimo per il benessere di tutti i cittadini e garante proprio di una scuola pubblica di qualità. Il crescente disagio psicologico a cui stiamo assistendo nel mondo scolastico potrebbe forse essere il frutto del senso di solitudine che attanaglia molti nostri ragazzi unitamente alla mancanza di valori e obiettivi condivisi, schiacciati in un’immediatezza che al tempo ha fatto perdere le radici e la prospettiva futura. Ecco, mi si perdoni la generalizzazione e la banalizzazione, ma a mio avviso, al di là dei risultati dello studio PISA è urgente che la nostra scuola dell’obbligo si interroghi su questi aspetti, perché non di sole equazioni può vivere l’Uomo.