Priorità dell’Unione sindacale svizzera per il 2020

Da: Unione sindacale svizzera

L'orientamento economico sempre più liberale della politica sociale ed economica degli ultimi 30 anni ha portato a una Svizzera meno solidale. Tale è quanto risulta dall'analisi pubblicata e presentata dall'Unione sindacale svizzera (USS) durante la sua conferenza stampa del 9 gennaio 2020. Grazie alle lotte sindacali per i contratti collettivi di lavoro e per i salari minimi, ma anche grazie al successo delle lotte in difesa della previdenza vecchiaia, è stato possibile evitare il peggio nel nostro Paese, a differenza di altri.

Una trentina d’anni fa, il o la custode, il personale di pulizia o gli/le agenti di sicurezza erano invitati alle feste di Natale delle grandi aziende. Oggi questo non è più il caso in quanto le medesime aziende subappaltano numerose attività. Le conseguenze: l'ampliamento degli scarti salariali e il rafforzamento della compartimentazione dell'azienda. Ora, a causa della "platform economy", il rischio di scivolare in un'indipendenza fittizia è sempre maggiore. La solidarietà scompare anche nella previdenza per la vecchiaia. Il calo delle rendite del 2° pilastro dovrebbe essere compensato nel 3° pilastro attraverso la previdenza privata individuale. Questo sviluppo però sta portando a una parziale privatizzazione della previdenza per la vecchiaia, di cui banche e assicurazioni sono le principali beneficiarie.

Per le persone professionalmente attive, con salari medio-bassi, questo non va bene. In più, le prestazioni sociali in caso di disoccupazione o d’invalidità vengono ridotte. Anche la politica fiscale e in materia di spese obbligatorie è stata messa al servizio della classe superiore, creando regali fiscali per gli alti salari e riduzioni insufficienti dei premi malattia per il resto della popolazione.

Nel 2020, i sindacati passeranno all’offensiva per il rinforzo dell’AVS, lanciando durante il mese di marzo un’offensiva per una 13° rendita AVS e sostenendo in autunno una campagna nazionale sui salari che interessa tutti i settori. L’USS si impegna inoltre, attraverso compromessi sviluppati sulla LPP e per altri partner sociali, per un miglioramento delle rendite delle donne, delle persone attive a tempo parziale e con bassi salari. Per quanto riguarda la prestazione transitoria destinata alle persone disoccupate di più di 60 anni, l’USS si impegnerà per fare in modo che le proposte del Consiglio federale non vengano annacquate.
Questi progressi sociali non aiuterebbero solo le persone coinvolte, ma fermerebbero ugualmente la tendenza al deterioramento della copertura previdenziale garantita in caso di disoccupazione.