Settore sociale tra lacrime e sorrisi

È ancora lunga la strada da percorrere per il giusto riconoscimento di chi lavora nel settore sociale e socio-sanitario. In particolare nei nidi e servizi extrascolastici.

di Roberto Martinotti, presidente Sindacato VPOD Ticino

Se da un lato, il 2017 ha visto le Istituzioni sociali del nostro Cantone firmare il rinnovo del proprio CCL, ridando fiducia, tranquillità nel lavoro a tutti gli operatori che operano all’interno delle Strutture firmatarie, da un altro lato ci sono ancora settori che soffrono di un male non ancora curabile. Lo sfruttamento del senso di onestà, della passione per il lavoro sociale e la grande capacità di presa a carico di chi è nel bisogno viene, a tutt’oggi, ripagato con paghe inadeguate, prestazioni contrattuali al limite dello sfruttamento e che a lungo andare non possono portare che al burnout più profondo.

Ho assistito negli scorsi giorni, quale presidente del nostro sindacato e quale operatore sociale ad un’assemblea delle educatrici dei nidi. Desolante, sconcertante, avvilente sono le mie uniche e possibili parole per poter spiegare lo stato d’animo che mi ha colto nel sentire le testimonianze di operatrici di un nido privato, che hanno manifesto il loro profondo disagio e la grande preoccupazione per il loro futuro professionale.

Queste giovani educatrici vorrebbero ricevere solamente quanto è dovuto da una struttura che dovrebbe fare del concetto del “no profit” una virtù. Per il momento questo concetto rimane solo una chimera, e, al contrario, per garantirsi una tranquillità finanziaria, questa struttura non ha nessuna vergogna a lucrare direttamente sugli stipendi delle educatrici, sul materiale didattico, sugli strumenti necessari per fare della loro professione una vera professione di crescita per i bambini a loro affidati.

Il settore sociale e socio-sanitario del nostro Cantone chiede il rispetto della professione, del proprio ruolo di aiuto, del proprio lavoro e della professionalità. Ritengo, e da anni lo ribadisco, che solamente attraverso dei Contratti collettivi di lavoro, discussi e negoziati dai sindacati, si possono sanare delle situazioni incancrenite e difficili da dipanare. La lunga esperienza nelle istituzioni sociali indica la strada giusta per trovare l’equilibrio tra esigenze di servizio (parte padronale) e diritti dei lavoratori. Il sindacato diventa in questo caso l’interlocutore necessario per affinare gli equilibri.

Rinnovo l’invito a tutti i lavoratori di avvicinarsi con fiducia al sindacato, dando la giusta valutazione a chi da anni difende il rispetto, la professionalità, e il valore del proprio impegno lavorativo.