Una colta visione dell'ozio

Una colta visione dell’ozio Ringraziamo il relatore Pietro Ortelli, già docente di lingua e letteratura italiana alla SCC di Bellinzona e già presidente del sindacato OCST Docenti, il quale durante la sua ricca presentazione sul tema del « Diritto all’ozio », è stato capace di inanellare visioni di diversi autori e farci riflettere al fatto che l’ozio è in realtà il luogo del pensiero come origine dell’autocoscienza e della responsabilità, e non semplicemente il « non fare niente ».

A chi volesse approfondire ulteriormente il tema dell’ozio, consigliamo di leggere quest'interessante riflessione del Sig. Ortelli, e la consultazione delle varie opere citate. Buona lettura!

"Ecco un elenco dei libri che ho citato nel corso dell’esposizione. (Mi servivano per riflettere sul fatto che l’ozio – il tema del giorno – può essere il luogo del pensiero come origine dell’autocoscienza e della responsabilità). Questi i tre libri che avevo con me (tutti in relazione al tema del pensiero: non pensiero in senso tecnico e specialistico, ma nel senso di consapevolezza di sé e del reale, come attività di giudizio responsabile).

Hannah Arendt, Responsabilità e giudizio, a cura di Jerome Kohn, Torino, Einaudi, 2004. (Il libro raccoglie diversi saggi. In particolare, per quanto riguarda il punto da me toccato, ossia il “pensiero” di Socrate, cfr. pp. 70-106, all’interno del saggio Alcune questioni di filosofia morale, 1965-1966, pp. 41-126).

Hannah Arendt, L’umanità in tempi bui. Riflessioni su Lessing, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2006. (Si tratta del discorso che la Arendt pronunciò ricevendo il Premio Lessing, conferitole dalla città di Amburgo: il dialogo e l’amicizia come espressione del pensiero e del proprio radicamento nel mondo).

David Foster Wallace, Questa è l’acqua, Torino, Einaudi, 2017. (È un libro di racconti, bellissimi, del grande scrittore americano. Contiene anche, pp. 140-152, il testo di una lezione da lui tenuta presso il Kenyon College in occasione del conferimento delle laure agli studenti, il 21 maggio 2005. Il titolo della lezione – Questa è l’acqua – fa anche da titolo al volume. Tema: la lotta contro il “pensiero automatico”: l’invito a vivere “in modo consapevole, adulto, giorno dopo giorno”. La cultura, in questo senso, “è realmente il lavoro di una vita, e comincia… adesso).
Allego anche il link all’audio originale => https://www.brainpickings.org/2012/09/12/this-is-water-david-foster-wallace/

Nel corso dell’esposizione ho citato anche: Hannah Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Milano, Feltrinelli, 2013. (Su incarico del giornale “New Yorker”, Hannah Arendt assiste nel 1961 al processo del criminale nazista a Gerusalemme. Il libro è il risultato della sua riflessione, cioè del suo tentativo di “capire”. La conclusione: Eichmann non è un mostro di crudeltà, ma piuttosto un banale burocrate incapace di distinguere il bene dal male, ossia incapace di assumersi la responsabilità del giudizio)".

Parole in libertà sull’assemblea dei pensionati VPOD

Parlare di ozio è stata una scelta coraggiosa da parte del comitato VPOD pensionati. Nella sua introduzione all’assemblea, il nostro presidente Ermete Gauro ha spiegato che l’obiettivo di tale scelta era di dare valore alla parola “ozio” spesso intesa esclusivamente come “il non far niente”. Ma per noi pensionati, il nostro “ozio” è veramente “non far nulla”?

di Marie-José Gianini, Comitato pensionati VPOD

Il conferenziere Pietro Ortelli è riuscito molto bene in questo esercizio ed ha portato i non molti presenti a capire che “ozio” significa ritrovare la dimensione di riflessione su se stessi che avviene e necessita del silenzio dato dalla natura o creato da noi stessi. Ci si potrebbe chiedere se, solo nell’età del pensionamento, è possibile questa riflessione e conoscenza di sé. L’oratore ci ha ricordato che l’uomo coglie se stesso solo col pensiero, che il pensare ci rende uomini e che non esiste un’ età in cui si pensa ed una in cui non lo si fa. Da pensionati però possiamo dedicare maggior tempo all’ozio ( dal latino otium= pace,calma, tranquilità) e minor tempo al “negozio” (negotium= esercizio della politica e degli affari), mentre la ricchezza della riflessione è comunque figlia del nostro percorso precedente. Importante è dunque, anche nel periodo del “negozio” aver sempre coscienza di se stessi e non diventare soltanto la professione che svolgiamo.

Questo incontro mi ha ricordato un’affermazione che mi aveva colpita in un corso per responsabili del reinserimento professionale dei disoccupati. Il formatore ci aveva spiegato che la sua più grande difficoltà stava nel far comprendere a Giuseppe (nome preso a caso) che per poter cambiare lavoro, doveva capire e conoscere la propria persona, prima ancora di essere muratore. Per Giuseppe che purtroppo non aveva mai avuto la possibilità di conoscere se stesso, né se l’era mai data, era quindi importante concedersi finalmente qualche momento di ozio.

Personalmente questo pomeriggio di riflessioni mi ha arricchita e ringrazio organizzatori ed oratori per questo piacevole momento.