Pensioni da non tagliare e tagli da evitare

Da: Giulia Petralli, sindacalista VPOD Ticino

Ci stiamo per lasciare alle spalle dei mesi che, per le temperature record raggiunte, hanno portato il segretario generale ONU Guterres a definire i nostri tempi quelli dell’era dell’ebollizione globale. Ma se a livello climatico ci dirigiamo verso l’autunno, con temperature più basse, a livello sindacale e politico cantonale i prossimi mesi si preannunciano caldi!

Pensioni da non tagliare e tagli da evitare

Da una parte c’è l’attesa per conoscere l’entità e la gravità dei tagli determinato dal decreto Morisoli, che verranno messi in atto per raggiungere la parità di bilancio entro il 2025 è quasi finita. A metà settembre il Governo convocherà i Sindacati per informarli preventivamente sulle decisioni prese e non si prospetta niente di positivo. Per mettere in atto la volontà popolare – che ha accolto il cosiddetto decreto Morsoli - si dovrà azzoppare l’apparato pubblico cantonale e conseguentemente anche la possibilità di essere reattivi rispetto ai bisogni di cittadine e i cittadini. Un esempio concreto è già stato messo in atto presso il Servizio medico psicologico (SMP) e in altri settori dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale con la decisione di sostituire figure professionali partenti solamente nella misura dell’80%. Una soluzione che peserà sull’utenza, ma anche e soprattutto sul personale che dovrà sobbarcarsi un ulteriore carico di lavoro. Verosimilmente la grande certezza che abbiamo fino a d’ora è che ogni taglio proposto oggi sarà una spesa aggiuntiva per domani: perché tagliare, soprattutto nei settori più fragili, non farà altro che aumentare i costi sociali! Come Sindacato denunceremo a chiare lettere ogni peggioramento del servizio pubblico e delle condizioni di lavoro del personale.

Pensioni da salvare
Dall’altra parte proprio è al vaglio della Commissione della gestione il Messaggio 8302, licenziato dal Consiglio di Stato lo scorso 12 luglio, che è fedele all’intesa raggiunta negli scorsi mesi con i Sindacati VPOD, OCST e SIT sulla modifica parziale della Legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino (LIPCT). La modifica della LIPCT introduce le misure di compensazione, che permetteranno di evitare che una generazione di assicurati (impiegati, docenti cantonali e comunali, poliziotti, operatori sociosanitari, operai, ecc.) di vedersi ridotta la rendita di vecchiaia del 40% sull’arco 2013-2031.

Il Messaggio 8302 va sostento
Il futuro delle pensioni IPCT, come riferito nell’ultimo editoriale, rimane però appeso a un filo. L’incertezza non è dovuta tanto al voto del Parlamento cantonale (probabilmente già nel mese di ottobre), ma soprattutto a quello popolare, dato che o per via di un referendum finanziario o di un popolare, la popolazione ticinese sarà chiamata alle urne.

Dal canto suo, l’assemblea intersindacale del 31 agosto ha dato il suo chiaro sostegno alla modifica parziale della LIPCT. Di fatto la grande mobilitazione, che negli scorsi mesi ha scosso a più riprese le piazze bellinzonesi, grazie anche all’importante lavoro della rete ErreDiPi, ha permesso ai Sindacati di ottenere una forza contrattuale tale da negoziare quella che per ora è l’intesa migliore a scongiurare un ulteriore taglio delle rendite. Che si possa chiedere di più per gli assicurati e i pensionati IPCT? Forse, ma non prima di avere assicurato il futuro di 17’000 affiliate e affiliati all’IPCT, approvando il Messaggio 8302, in parlamento e alle urne.