Il futuro delle pensioni IPCT è appeso a un filo

Da: Raoul Ghisletta segretario VPOD Ticino

Il 30 maggio Sindacati e Governo hanno trovato un’intesa ragionevole sulle misure di compensazione per evitare un crollo (pazzesco) del 40% delle pensioni dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT) sull’arco del periodo 2012-2031. Ma l’intesa dovrà superare le bordate della destra in Gran Consiglio e l’attacco missilistico costituito dal referendum popolare. Che fare per vincere una battaglia quasi disperata?

Il futuro delle pensioni IPCT è appeso a un filo

L’intesa raggiunta tra sindacati e Governo compenserebbe il taglio delle rendite a seguito dall’abbassamento del tasso di conversione dal 6,17% al 5,25% entro il 2031 (meno 15% delle rendite): un abbassamento purtroppo ineluttabile per ragioni demografiche ed economiche secondo il perito della cassa pensioni cantonale, il quale non esclude si debba scendere addirittura al 5% (-20% delle rendite).

Per compensare il massacro delle pensioni (meno 35-40% sull’arco di 20 anni, 2012-2031) l’intesa prevede un aumento dei contributi sia a carico dello Stato, sia a carico dei dipendenti. Per gli affiliati il costo medio sarebbe dello 0,6% sullo stipendio lordo, mentre il contributo dello Stato sarebbe di oltre 14 milioni di franchi all’anno (più altri 8 milioni di fr a carico di altri datori di lavoro pubblici e sussidiati). La chiave di riparto dei contributi alla cassa pensioni tra datore di lavoro e dipendente rimane quella attuale: 60% a carico del datore di lavoro e 40% a carico del dipendente, quindi rimane migliore dei minimi di legge (50%-50%): per i dettagli si veda il box qui sotto.

L’IPCT destinerà fino a 300 milioni di franchi per tutelare i neopensionati nel periodo 2024-2031, dato che per loro l’effetto delle misure di compensazione non è sufficientemente efficace. Per i dipendenti è positivo che il contributo di risanamento a fondo perso (pari all’1%) introdotto nel 2012 venga trasformato in contributo ordinario, che potrà andare ad aumentare il capitale di ogni assicurato.

Un accordo ragionevole, ma precario

«Si tratta di un accordo ragionevole, ma che resta appeso a un filo» - ho dichiarato ai media. «E non c’è un piano B per salvare le pensioni» Perché? Perché il messaggio governativo che sarà approvato dal Governo nel mese di luglio dovrà essere dapprima approvato dalla maggioranza del Parlamento e poi dalla maggioranza del popolo ticinese entro fine 2023. La Lega ha annunciato il referendum incondizionato da tempo. L’UDC farà il referendum, se non viene introdotta la meritocrazia salariale. Non ci illudiamo. Lega e UDC faranno una campagna bestiale contro i dipendenti pubblici ed i loro presunti privilegi sia presso gli elettori che vivono in condizioni di disagio economico, sia presso quelli che vogliono sgravi fiscali massicci. Vincere il referendum popolare richiederà un grande sforzo dei sindacati e degli affiliati IPCT, oltre che dei partiti di Governo favorevoli al messaggio. Se si perderà davanti al popolo sarà molto probabilmente impossibile riaprire un nuovo tavolo di trattativa per un piano B di compensazione: probabilmente si dovrà fare non uno, ma decine di scioperi per ottenere aumenti salariali, che consentano ai dipendenti di pagarsi un terzo pilastro (come consiglia l’ineffabile Pamini).

I sindacati organizzano un’assemblea martedì 20 giugno alle 20 alla Casa del Popolo di Bellinzona per informare la loro base e iniziare una mobilitazione che favorisca l’approvazione della modifica di legge IPCT a livello di Gran Consiglio e di popolo ticinese.