Una scuola e una società più giuste

Da: Marcello Ostinelli, Società demopedeutica - già docente e ricercatore di filosofia dell’educazione della SUPSI

Tra le finalità della scuola pubblica ticinese vi è pure quella “di correggere gli scompensi socio-culturali e di ridurre gli ostacoli che pregiudicano la formazione degli allievi” . Il sistema vigente attualmente nel secondo biennio di orientamento della Scuola media con i livelli A e B (ovvero corsi attitudinali e corsi base in matematica e tedesco) risulta in contrasto con questa finalità.

Marcello Ostinelli, Società demopedeutica - già docente e ricercatore di filosofia dell’educazione della SUPSI

L’ultimo monitoraggio dell’educazione in Ticino realizzato dalla SUPSI e pubblicato nel 2019[1] mostra infatti il carattere selettivo di questi corsi. Lo status socio-economico degli allievi e delle loro famiglie costituisce un fattore importante, in taluni casi determinante, nella scelta dei corsi.

Risulta infatti che a) “a parità di punteggio di competenza, gli allievi di origine sociale alta risultano maggiormente presenti nel corso attitudinale in matematica rispetto agli allievi di origine sociale bassa”; b) per contro, gli allievi di origine sociale bassa “a parità di livello di punteggio di competenza degli allievi degli altri strati sociali” si ritrovano “più frequentemente nel corso base” (p. 61).

Risulta inoltre che “la ripartizione degli allievi di quarta media nei diversi profili curricolari non è omogenea in quanto a origine socio-culturale. Nel curricolo con due corsi attitudinali vi è “una sovrarappresentazione degli allievi di estrazione sociale alta; i restanti gruppi sociali risultano invece sottorappresentati”. Per contro gli allievi di estrazione sociale alta sono “marcatamente sottorappresentati” nel curricolo con due corsi base (p. 63).

Questo stato di cose contraddice uno dei principi fondamentali di una società giusta: il principio di equa eguaglianza delle opportunità, un principio che è pure un valore distintivo della cultura politica democratica. È noto che esso ammette interpretazioni diverse. Un’interpretazione non particolarmente esigente sostiene che queste eguali opportunità di cui chiunque deve poter beneficiare devono essere date una tantum ad un certo momento all’inizio della vita di una persona: e questo momento convenzionalmente è posto al termine della scuola dell’obbligo.

La scuola deve contribuire per la sua parte a compensare le diseguaglianze che sono il prodotto di circostanze di cui le allieve o gli allievi non possono essere ritenuti responsabili[2]. È quanto richiede l’iniziativa popolare legislativa elaborata “Per il superamento della separazione degli allievi nella scuola media (Basta livelli nella scuola media)”. Le scelte compiute attualmente da allieve e allievi e dalle loro famiglie tra i corsi base e i corsi attitudinali in matematica e tedesco sono infatti influenzate in misura rilevante dalle diseguaglianze di capitale economico, sociale e culturale di cui dispongono le famiglie.

L’abolizione dei livelli risponde perciò ad un principio di giustizia, nella scuola e nella società.

Scopo della scuola non è soltanto di premiare i più fortunati ma anche di aiutare i meno fortunati ad avere un senso di fiducia nel proprio valore, fornendo anche a loro gli strumenti che consentono di fruire della cultura e di dare il proprio contributo alla vita associata. La scuola democratica ha anche il difficile compito di formare cittadini capaci di fare la propria parte in una società nella quale i più fortunati non si ritengono estranei alla sorte di chi sta peggio[3].

L’abolizione dei livelli (cioè dei corsi attitudinali e dei corsi base) nel secondo biennio di orientamento della Scuola media offrirà agli insegnanti l’opportunità di sviluppare ulteriormente delle metodologie didattiche (come l’apprendimento cooperativo) e delle modalità organizzative dell’insegnamento (come l’insegnamento a piccoli gruppi eterogenei) che permettono di migliorare l’apprendimento di tutti gli allievi, quali che siano i loro livelli di competenze, e di sviluppare forme di attività collaborative e cooperative.


[1] Egloff, M., Cattaneo, A. (2019), Scuola a tutto campo. Indicatori del sistema educativo ticinese. Edizione 2019. SUPSI, Locarno.

[2] Groupe Européen de Recherche sur l’Equité des Systèmes Educatifs (2003), L'équité des systèmes éducatifs européens: un ensemble d'indicateurs. Université de Liège, Liège.

[3] Ostinelli, M. (2011), “Eguaglianza e merito nella scuola pubblica”, Paradoxa, vol. 5 (1), pp.69-81.