Un paracadute rafforzato per 15'000 assicurati dell’IPCT

Da: Raoul Ghisletta, granconsigliere PS e segretario Sindacato VPOD

Il Gran Consiglio del Canton Ticino in virtù della norma transitoria dell’art. 24 legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT) in vigore dal 1.1.2013 ha garantito i diritti acquisiti alle assicurate e agli assicurati IPCT che al 31 dicembre 2012 avevano un’età di 50 anni o più, in caso di pensionamento anticipato o vecchiaia a 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64 e 65 anni, dopo l’entrata in vigore della modifica di legge al 1.1.2013: segnatamente ha garantito l’importo annuo di pensione stabilito al 31 dicembre 2012.

È evidente che non è possibile far pagare queste garanzie alle assicurate e agli assicurati che non ne beneficiano, ossia farle pagare a coloro che al 31 dicembre 2012 avevano un’età di meno di 50 anni o che sono stati assicurati successivamente dall’IPCT (assicurati in primato di contributi senza garanzie).

Da qui la necessità di un piano di intervento del Cantone per coprire il disavanzo tecnico creato all’IPCT da tali garanzie, ripeto, concesse dal Parlamento. Il messaggio 7784 del Governo del 15 gennaio 2020 prevedeva di riconoscere all’IPCT una somma 500 mio Fr, che non sarebbe stata versata nell’immediato: il riconoscimento di debito avrebbe colmato il buco nella copertura e avrebbe permesso all’IPCT di ricevere nei prossimi anni da parte del Cantone interessi per 12,5 mio. Fr annui. Si trattava di una soluzione equa, semplice e senza rischi.

Tuttavia sotto la minaccia di un referendum leghista contro il messaggio 7784 la Commissione della gestione e delle finanze del Parlamento ha scelto un’altra strada, un poco più complicata e rischiosa: anticipare all’IPCT un montante di 700 milioni di franchi di contributi pensionistici del datore di lavoro, contando sul fatto che la cassa pensioni cantonale li investa in azioni redditizie (ma sostenibili) ed ottenga un tasso di rendimento positivo, che finanzierà la parte scoperta delle garanzie sopracitate volute dal Parlamento.

Il Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino (e ovviamente anche i responsabili dell’IPCT) avrebbero ovviamente preferito la soluzione del messaggio, per risolvere il problema della mancata copertura delle garanzie volute dal Parlamento. Ma la Commissione parlamentare ha deciso altrimenti, ripeto, sotto la minaccia del referendum leghista. Va detto che nei 700 mio. Fr di anticipo di contributi previsti dalla Commissione vi sono 250 mio Fr che sono anticipi di contributi del datore di lavoro con rinuncia all’utilizzazione: ciò significa che questi 250 mio Fr rimarranno nelle casse dell’IPCT come capitale proprio fino al raggiungimento del grado di copertura dell’IPCT fissato dalla legge cantonale (ossia l’85%, grado che dovrebbe essere raggiunto nel 2051).

Come deputato ho depositato un emendamento teso a rafforzare la soluzione alternativa della Commissione parlamentare, per migliorare il grado di copertura dell’IPCT e ridurre i rischi per le 15'000 assicurate e assicurati: si tratta di aumentare in caso di necessità i sopracitati 250 mio Fr (contributi del datore di lavoro con rinuncia all’utilizzazione), e questo fino ad un massimo di 500 mio. Fr, nella misura in cui al 31.12.2029 l’obbligo del primo grado di copertura del 75% secondo legge federale LPP non venisse raggiunto da parte dell’IPCT. Con l’emendamento si metterebbero maggiormente al sicuro da rischi finanziari le/i 15'000 assicurati senza garanzie e l’IPCT stesso, i quali non hanno responsabilità di sorta nel problema del finanziamento delle garanzie votate dal Gran Consiglio nel 2012.


Downloads
08.04.2022 Emendamento variante A al punto 16 odg. 11 aprile 2022 DOCX (27.1 kB)