Sempre più la guerra in Ucraina ferisce o uccide soldati e civili. Per le lavoratrici e i lavoratori la guerra e l’occupazione fanno rima con morte, sofferenza, fuga e desolazione. Questo dramma tocca oggi l’insieme della popolazione ucraina. Ma la guerra, le tensioni e le sanzioni economiche che l’accompagnano hanno anche un impatto negativo sulle condizioni di lavoro e di vita dei salariati in Russia e in tutta Europa.
Assieme all’Internazionale dei servizi pubblici, alla Federazione sindacale europea dei servizi pubblici, alla Confederazione internazionale dei sindacati e all’Unione sindacale svizzera il Sindacato VPOD condanna fermamente l’aggressione russa contro l’Ucraina.
Siamo pienamente solidali con le lavoratrici e i lavoratori ucraini e con i loro sindacati -come pure con i manifestanti per la pace in Russia, duramente repressi dal regime russo. Tutti chiedono la cessazione immediata del conflitto e il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina e dalle frontiere: queste misure devono sboccare su una trattativa in grado di garantire una pace duratura nella regione, che sia fondata sulla democrazia, sui diritti umani e sui diritti sindacali.
Il Sindacato VPOD ha chiesto al Consiglio federale di prendere misure concrete per forzare il regime di Vladimir Putin a mettere termine alla sua aggressione, in particolare congelando i beni degli oligarchi russi custoditi nelle banche svizzere e bloccando il commercio di materie prime russe in Svizzera. Il Sindacato chiede una politica nazionale di accoglienza solidale, che offra asilo ad un grande numero di rifugiati dall’Ucraina.
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