Ticino, occorre investire nel capitale umano

Da: Daniela Pugno Ghirlanda, granconsigliera

Il dibattito sul consuntivo cantonale 2021 è l’occasione giusta per fare un bilancio del lavoro svolto dal Dipartimento educazione e cultura (DECS) a favore della formazione e della cultura, un lavoro che ha portato alla concretizzazione di alcuni progetti in gestazione da tempo. Anche se ogni progetto figura a bilancio sotto la voce “costi”, quando si tratta di educazione e cultura le spese si possono definire investimenti, perché non producono debiti, ma capitale. Capitale umano, risorse, benessere, cultura, coesione sociale.

Esempi concreti di progetti realizzati non mancano. Cominciamo dalla scuola dell’infanzia ed elementare, dove è avviata la generalizzazione del docente di appoggio. Il vantaggio per i piccoli allievi è quello di poter essere affiancati per più tempo da un insegnante. Il vantaggio per l’insegnante è quello di avere un collaboratore formato.

Per quanto riguarda la scuola media, è stato ridotto il numero massimo di allievi per classe, che da 25 è passato a 22. È un progresso, in particolare se considerato in parallelo all’introduzione dell’insegnamento a classe dimezzata.

La buona scuola, per gli allievi, si gioca molto sull’alternanza tra le lezioni con la classe al completo, ricca di scambi e di stimoli, e le lezioni a metà classe, dove l’allievo ha il tempo necessario per l’elaborazione individuale e l’approfondimento.

Sempre nella scuola media sono stati introdotti anche i laboratori per il potenziamento del tedesco, oltre a quelli di matematica introdotti l’anno scorso.

Ancora nella scuola media è in fase di sperimentazione l’ora in più per la docenza di classe che è stata pensata per permettere ai docenti di classe di seguire in modo più puntuale e approfondito gli allievi nel loro percorso di orientamento verso il post obbligo.

Passiamo al settore della pedagogia speciale. Un intervento molto qualificante è la creazione di classi inclusive con l’impiego di operatori specializzati. Richiede un impegno organizzativo e finanziario che si rivelerà pagante sotto molti aspetti, non contabilizzabili forse, ma altrettanto importanti, come garantire il diritto all'educazione per tutti a prescindere dalle diversità di ciascuno causate da disabilità e/o da svantaggio psicologico, fisico, sociale. È nell’interesse di tutto il Cantone non creare fasce di popolazione emarginate ed estranee al corpo sociale. Sarebbe un grave errore da parte nostra pensare che l’inclusione nelle classi elementari e medie di allievi con bisogni speciali sia un limite o un fardello. In realtà è una significativa esperienza educativa per tutti e non rallenta il lavoro dei compagni. L’insegnante è un professionista e sa come gestire allievi diversi; infatti il progetto di classi inclusive ricuote consensi. Ad oggi sono attive 34 classi inclusive, ma ne sono previste altre nel giro di pochi anni.

In questo contesto mi preme informare che la pedagogia speciale e il settore del medio superiore collaborano per trovare mezzi e strumenti per compensare deficit di allievi dislessici, discalculici e disortografici, come era stato proposto anche in un atto parlamentare del PPD riguardante i disturbi specifici dell’apprendimento.

Quanto al settore del post obbligo dal 1° settembre 2021 è entrato in vigore l’obbligo formativo sino a 18 anni. È una legge tesa a combattere l’abbandono degli studi prima di avere intrapreso un vero lavoro, adatto alle proprie capacità. In Ticino sono circa 350 i giovani di ogni estrazione sociale che dopo la scuola non studiano, né lavorano. Il servizio GO95 contatta i giovani tra i 15 e i 18 anni che non risultano in formazione e lavora con loro per integrarli in un percorso. In questi pochi mesi il servizio ha contattato 1510 giovani “scomparsi dai radar” e oggi sta sostenendone attivamente 143 nel loro percorso verso una formazione o un lavoro. Gli altri nel frattempo hanno trovato una soluzione.

Ancora per il post obbligo è stato istituito un servizio che promuove la mobilità e gli scambi scolastici individuali di allievi, apprendisti e insegnanti. L’obiettivo è il miglioramento delle lingue nazionali favorendo gli studi linguistici e i periodi di pratica professionale fuori Cantone, in Svizzera e all'estero. Il soggiorno prolungato fuori dal Ticino nella condizione di “apprendimento immersivo” rimane pur sempre il modo migliore per imparare le lingue, ma alle famiglie costa! Ora, grazie alla nuova base legale, sarà più facile e alla portata di tutte le borse.

Mi fermo qui con gli esempi, ma c’è altra carne al fuoco. Dopo questa rapida sintesi di ciò che abbiamo fatto, a maggior ragione, mi sento di definire i progetti realizzati dei veri e propri investimenti favore dei giovani.

L’architettura della scuola dell’obbligo e del post obbligo si sta ora delineando in modo chiaro ed è simile a un edificio complesso, ma versatile, un luogo di studio e di accoglienza, che cresce insieme alla nostra Storia.

Rimane in sospeso, purtroppo, l’importante tema del superamento dei livelli nella scuola media. Il dibattito che tutti conosciamo ha suscitato, come effetto collaterale, parecchie reazioni fra le forze politiche e finalmente una larga maggioranza di questo parlamento ammette le numerose ed evidenti falle nel sistema di differenziazione strutturale. Molte forze politiche dentro il Parlamento si stanno muovendo per proporre un loro modello di superamento, mentre fuori dal Parlamento l’iniziativa popolare “Basta livelli” ha coinvolto e sensibilizzato molte persone sul tema della giustizia culturale e della qualità della nostra scuola pubblica. Sarà di capitale importanza presentare alla popolazione un modello di scuola stimolante, esigente, che avvicini la cultura a tutti, non a pochi. Un modello che non indugi sulla replica di esperienze passate e superate. Un modello che ponga rigorosamente l’allievo al centro del discorso, senza mettere in campo alcun altro interesse, men che meno partitico.

Per concludere posso constatare che molto è stato fatto per rispondere a bisogni formativi costantemente emergenti e mutevoli, come lo sono le esigenze della società. Si pensi ad esempio a tutti i condizionamenti dovuti dapprima all’emergenza pandemica e, da qualche mese, anche alla guerra. In ogni caso il miglioramento della formazione è urgente e fondamentale e non può essere preso in ostaggio politicamente da chi dice "prima il pareggio di bilancio e poi tutto il resto". Una vera scelta non c’è: o affrontiamo la spesa o marciamo sul posto, mentre tutto intorno a noi corre.