Su questa realtà importante l’alta vigilanza del Gran Consiglio è limitata: è stata introdotta nel 2021 la commissione di controllo per il settore cliniche e ospedali, che è incaricata di verificare l’adempimento dei contratti di prestazione sulla base della documentazione trasmessa dal Dipartimento sanità e socialità. Manca invece l’alta vigilanza per tutto il resto del settore. E si vede anche dal rapporto sul Consuntivo 2021: la Commissione della gestione e delle finanze non ha mai il tempo di approfondire il tema dei risultati raggiunti nei contratti di prestazione sociosanitari. Sembra mancare la volontà di affrontare per bene questo compito. C’è reticenza a voler creare una commissione di controllo che si occupi anche dei risultati del settore case anziani e strutture sociali. Eppure questo è l’abc del new public management: la verifica degli indicatori di risultato dei contratti di prestazione da parte del legislativo, oltre che dell’esecutivo.
Per par condicio indico che anche per l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale manca una disamina annuale di questi indicatori, anche se perlomeno in questo ambito la specifica pianificazione quadriennale fa sì che il settore sia scandagliato attentamente dalla Commissione sanità e socialità ogni quattro anni.
Grandi problemi sul tappeto
- La povertà: il 14,5% delle persone, ossia 50'000 persone, in Ticino aveva ha un reddito inferiore al 50% della mediana nel 2019 (ultimo dato disponibile sul sito Ufficio federale di statistica: dato 2020 riferito al 2019). Vittime della povertà assoluta sono le persone che vivono in economie domestiche monoparentali con figli minorenni, le persone sole di oltre 65 anni, le persone senza formazione scolastica post-obbligatoria, le persone che vivono in economie domestiche in cui nessun membro è occupato e le persone con grado d’occupazione inferiore al 50%. Il consigliere di Stato De Rosa ha ricordato che l’intervento dello Stato consente di ridurre al 8% il tasso di povertà. C’è quindi ancora da fare.
- L’esaurimento del personale sociosanitario e la fuga dalle strutture sociosanitarie, come mostra il numero di persone ammesse al libero esercizio: il messaggio a pagina 125 indica che siamo passati da 468 ammissioni nel 2020 a 558 nel 2021, anche se il dato potrebbe essere condizionato in parte da un aumento dell’arrivo di persone dall’estero con titolo riconosciuto. Il settore sociosanitario è riuscito a superare la pandemia, ma urge migliorare le condizioni di lavoro negli ospedali e nelle case anziani per non mettere a rischio la qualità delle cure erogate. Oltre aver il personale stanco per quanto ha dovuto fare in regime di pandemia, ora abbiamo personale sociosanitario che ha paura di non erogare più delle cure di qualità e che si dice a rischio di errori. L’abbandono della professione è dietro l’angolo. Il personale ci informa che anche i pazienti si lamentano continuamente, in quanto a dir loro non ci sono le dovute “attenzioni” da parte di tutti gli attori in campo nel curare i malati. Nonostante le lamentele continue sia dei curanti, sia dei pazienti, nulla o poco è cambiato dopo la pandemia. A questo punto la politica e i cittadini devono veramente riflettere se sia meglio risparmiare oppure avere delle cure di qualità inferiori allo standard voluto.
- Un ripensamento della lotta alle dipendenze è pure necessario: si sollecita una nuova pianificazione, che superi la settorializzazione degli interventi. E questo in linea con la politica federale, che tiene conto giustamente dello sviluppo del fenomeno delle multidipendenze. In questo settore occorre assolutamente unire le forze per riconvertire le risorse e occorre in particolare mettere maggiori risorse per affrontare il disagio dovuto alle dipendenze che si trova nel territorio. Occorrono più interventi di prossimità ed occorre investire in più personale educativo in grado di fare progetti individuali per reindirizzare i giovani in difficoltà e farli uscire dal disagio e dalle dipendenze.
- L’avvio di una vera politica dell’alloggio cantonale e comunale: se vogliamo aumentare il numero di famiglie con figli che si insediano in Ticino, dobbiamo pensare ai loro bisogni di alloggio a prezzi accessibili. La quota di alloggi di utilità pubblica in Ticino è scandalosamente bassa.
- La necessità di un maggiore contenimento del peso dei premi cassa malati: è positiva la decisione del Consiglio nazionale dello scorso 16 maggio di adottare un controprogetto all’iniziativa popolare della sinistra e dei sindacati in tema di sussidi cassa malati, che prevede un intervento di 2,2 miliardi di franchi per contenere i premi cassa malati delle persone e famiglie in difficoltà. Una parte di questo intervento dovrà essere finanziato dai Cantoni. Il controprogetto deve ancora essere discusso dal Consiglio degli Stati. Affaire à suivre.