La crisi finanziaria del Cantone e l’infausto corsetto del decreto Morisoli (risanamento delle finanze cantonali entro il 2025 usando esclusivamente l’accetta sulle spese: una vera follia!) sono degli ostacoli importanti sulla via del miglioramento delle condizioni del personale sociosanitario e socioeducativo in Ticino.
Sempre di più in Ticino la classe dominante lascia in difficoltà la classe lavoratrice, pensando solamente ai propri interessi a breve termine, ossia pagare meno imposte: salvo poi fare del populismo, lamentandosi che i datori di lavoro sociosanitari e socioeducativi ricorrono a frontalieri.
Per anni il Cantone formava giovani operatrici socioassistenziali, mentre tanti nidi e strutture extrascolastiche assumevano solamente frontalieri sottopagati: non per cattiva volontà, ma a causa delle pessime condizioni di finanziamento pubblico. Unicamente innalzando le condizioni di lavoro tramite un buon contratto collettivo di lavoro -con copertura finanziaria di Cantone e Comuni- è ora possibile attirare persone residenti e fare in modo che lavorino stabilmente nel settore sociosanitario e socioeducativo.
In queste settimane stiamo raccogliendo le 7’000 firme per la riuscita dell’iniziativa popolare del Sindacato VPOD Ticino, che vuole rafforzare le condizioni quadro del settore sociosanitario e socioeducativo allo scopo di avere prestazioni di qualità e di mantenere a lungo il personale formato in questi lavori.
Per l’esattezza l’iniziativa popolare vuole inserire 5 principi validi per tutto il settore sociosanitario e socioeducativo:
1. condizioni lavorative minime valide per tutto il settore sociosanitario e socioeducativo in modo da garantire una maggiore attrattività e una maggiore durata delle carriere professionali (evitare l’abbandono precoce);
2. codificare i diritti di pazienti e utenti;
3. introdurre una valutazione indipendente e trasparente della qualità nelle strutture;
4. creare organi di mediazione per pazienti, utenti e personale;
5. codificare l’alta sorveglianza parlamentare sul settore.
Per cambiare le cose non bastano i proclami e le promesse, ma occorrono nuove disposizioni di legge. È ora di affrontare globalmente e seriamente la questione del rafforzamento delle condizioni quadro dell’insieme del settore sociosanitario e socioeducativo.
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