I miei dubbi erano dovuti alla volatilità dei rendimenti finanziari sui mercati, che sono sotto gli occhi di tutti. Ora a questi dubbi si è aggiunto il fallimento della prima asta da parte del Cantone, che non è riuscito a farsi prestare dai mercati 250 milioni di franchi per una durata di 30 anni. Figuriamoci se riuscirà a reperirne 700 di milioni per finanziare l’intera riserva di contributi del datore di lavoro. L’on. Vitta ritiene che occorra fare un secondo tentativo: probabilmente il fallimento di una seconda asta è politicamente necessaria per mettere a tacere l’arrogante e faziosa destra cantonale. Il fatto è che il tempo per agire è sempre più agli sgoccioli. E questo è solamente il primo grosso problema che attanaglia l’IPCT.
Il secondo grosso problema dell’IPCT è comune a tutti gli istituti previdenziali e riguarda il finanziamento delle rendite delle e degli assicurati in regime di primato dei contributi: la volatilità dei mercati e l’aumento della speranza di vita incidono molto su questo fronte. Praticamente ormai quasi tutti i 16'000 assicurati attivi dell’IPCT sono in regime di primato di contributi. Se l’inazione politica su questo fronte continuerà, sarà un vero e proprio massacro sociale. In chiaro se, contrariamente a tanti altri istituti previdenziali (come quello della Città di Lugano), non saranno adottate misure di compensazione, le rendite delle/dei 16'000 assicurati IPCT saranno falcidiate a partire dal 1.1.2024. L’importo della riduzione arriverà entro alcuni anni al 20%. Sottolineo che queste rendite hanno già subito una perdita del 20% nel 2013.
In conclusione, considerando il primo e il secondo problema di finanziamento dell’IPCT, sull’arco di una quindicina di anni (1.1.2013 - 1.1.2028) le rendite IPCT in primato di contributi saranno dimezzate (-50%). Questo accadrà se il Governo e il Parlamento non adotteranno un piano urgente di risanamento dell’IPCT, che comporti un intervento finanziario regolare per i prossimi anni. Le assicurate e gli assicurati IPCT sono impiegati, operai, infermieri, educatori, docenti, poliziotti, agenti di custodia, ecc. e non dei nababbi privilegiati, come dipinto faziosamente più volte da Lorenzo Quadri sul “Mattino”. Per questo il Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD da anni denuncia l’inazione dei partiti ticinesi di destra e di centro (succubi della destra) di fronte a questo imminente macello sociale.