Già nel 2018, la Commissione nazionale per la prevenzione della tortura aveva ritenuto inadeguata la convivenza tra minorenni e adulti e ha invitato le autorità competenti a prendere misure urgenti per garantire una collocazione adeguata ai pazienti minorenni.
Queste soluzioni esistono già a Ginevra (30 posti), nel Canton Vaud (28 posti), in Vallese (10 posti), a Friborgo (10 posti), Neuchâtel (8 posti), Giura (7 posti) … Bonjour le Tessin!
Anche se tardiva, la proposta inserita nella nuova pianificazione (ed è il parare anche della Commissione Sanità e Sicurezza Sociale) è tuttavia davvero molto interessante: non solo dieci posti letto che richiedono un ricovero ospedaliero, ma anche cinque posti in Home treatment e un ospedale di giorno dotato di cinque posti.
Un approccio integrato che vuole il più possibile evitare interruzioni delle traiettorie di vita delle persone, in questo caso di minorenni, e vuole calibrare gli interventi di salute mentale tramite i principi di proporzionalità e appropriatezza dell’intervento: il collocamento in una struttura è prescritto solo quando necessario e sostenuto da precisi obiettivi terapeutici (si auspica anche condivisi con i genitori e la rete socio-terapeutica esterna) e non “perché non ci sono altre soluzioni”.
Personalmente saluto molto positivamente il fatto che questo approccio de-istituzionalizzato, flessibile e aperto sul territorio sia, una volta ancora, uno dei principi chiave di questa pianificazione: praticamente tutte le misure e i progetti presentati vanno in questa auspicata direzione, cercano il dialogo e uno stretto legame con il territorio evitando di offrire soluzioni segregative.
Un altro punto cardine della pianificazione è la rinnovata attenzione ai differenti cicli di vita che caratterizzano la nostra esistenza. Non siamo uomini e donne - pazienti quando ci ammaliamo - monoliti, uguali dalla nascita alla morte. Dapprima c’è la fase dell’infanzia, poi quella dell’adolescenza, giovani adulti, l’età matura, si invecchia e infine ci sono i grandi anziani. Differenti fasi della vita che necessitano di risposte adattate ai differenti bisogni.
Bisogni della popolazione in ambito sociopsichiatrico, che purtroppo crescono in maniera costante e continua, e sicuramente non trovano tutti una risposta con quanto pianificato nei prossimi anni.
I servizi dell’Organizzazione sociopsichiatrica (OSC) sono e saranno estremamente sotto pressione. Tutto il personale dell’OSC ha dovuto affrontare due anni molto difficili confrontati con le misure imposte dai vari piani pandemici e l’evoluzione delle segnalazioni. Si è corso molto, si corre oggi e si correrà domani. Perché le risorse sono limitate e i problemi delle persone sempre tanti e complessi.
Proprio per questo motivo questa pianificazione avrebbe dovuto proporre e chiedere di più. In termini di nuovi progetti, ma anche solo “semplicemente” chiedendo nuove risorse per permettere di garantire anche in futuro la qualità di tutte le prestazioni già presenti.
Perché non lo si è fatto?
La risposta è fin troppo semplice ed è sempre la stessa: mancano i soldi, mancano le risorse. La cura della salute mentale della popolazione è importante, ma prima ci sono i decreti che impongono il pareggio dei conti. Prima ci sono gli sgravi fiscali.
In molti ce l’avevano promesso, l’avevano promesso ai cittadini ticinesi alcuni mesi fa nella campagna elettorale: il cappio del cosiddetto Decreto Morisoli non si sarebbe stretto sulle prestazioni sociosanitarie. Non avrebbe toccato le persone fragili. Invece la possibilità di adeguare le risposte all’evoluzione dei bisogni della popolazione rimane parziale e limitata.
In questo contesto francamente desolante apprezziamo tuttavia lo sforzo della Direzione dell’OSC, del Dipartimento sanità e socialità e del Consiglio di Stato di proporre comunque una pianificazione sociopsichiatrica 2022-2025 propositiva e moderna.
Il pericolo di un suo ridimensionamento in Parlamento o di un rallentamento dell’iter di approvazione era concreto. Tuttavia, per una volta, la convinzione della necessità di agire rapidamente e l’apprezzamento generale del lavoro svolto dai vari servizi dell’OSC hanno avuto (parzialmente e provvisoriamente) la meglio sulle analisi contabili e delle calcolatrici.