L’ErreDiPi osserva con amarezza e sconcerto quanto le nostre condizioni salariali e previdenziali siano peggiorate nettamente e bruscamente negli ultimi due decenni, in particolare per le assicurate e gli assicurati* nati a partire dal 1963. Tale degrado è stato determinato da una serie di misure che, a partire dalla fine degli anni ’90, ha penalizzato il pubblico impiego. Tra queste misure la più pesante è stata sicuramente, nel 2013, il passaggio dal primato delle prestazioni al primato dei contributi, con una conseguente riduzione delle rendite pensionistiche stimata attorno al 20%.
La riduzione del tasso di conversione decisa recentemente dal Consiglio di Amministrazione dell’IPCT sancirà un’ulteriore contrazione delle rendite di cassa pensione stimabile attorno al 20-22% proprio per coloro che sono già stati pesantemente penalizzati nel 2013.
-40% in 15 anni.
Mai successo. In nessun paese.
Riteniamo che qualsiasi riduzione del tasso di conversione, in un contesto in cui per tutta una generazione è già previsto un grave degrado delle condizioni pensionistiche, sia inaccettabile.
Il rispetto per il lavoro già prestato e il suo corretto riconoscimento sono la base fondamentale per una sana collaborazione tra un datore di lavoro e i suoi dipendenti. Le condizioni pattuite al momento della firma di un contratto di lavoro includono infatti un trattamento pensionistico che è inscindibile da quello salariale: una recessione unilaterale da parte del datore di lavoro dagli impegni presi vìola la dignità delle salariate e dei salariati e intacca le basi di uno stato di diritto, a maggior ragione quando il datore di lavoro è lo Stato stesso.
Pertanto, l’assemblea del personale riunita a Bellinzona il 23 agosto:
1. respinge qualsiasi proposta di riduzione del tasso di conversione e chiede ai propri datori di lavoro, tramite il Consiglio di Stato, di trovare una soluzione politica atta a garantire la copertura e la stabilità dell’IPCT senza peggiorare ulteriormente le condizioni previdenziali degli assicurati e dei futuri pensionati;
2. indice una prima giornata di mobilitazione per mercoledì 28 settembre 2022;
3. invita i rappresentanti degli assicurati in seno all’IPCT ad opporsi a qualsiasi proposta concreta di diminuzione del tasso di conversione senza avere garanzie formali che le scelte fatte non comportino (grazie a misure adeguate) diminuzioni delle rendite e dei salari reali;
4. si impegna a rendere pubblica questa comunicazione e a trasmettere il proprio scontento al maggior numero di assicurati IPCT.
Per l’ErreDiPi – Rete di Difesa delle Pensioni Paolo Galbiati, Enrico Quaresmini.
* Nei passaggi salienti, il testo ha differenziato tra genere femminile e maschile. Altrove, per semplicità, si è adottato il genere maschile, da intendersi però come neutro.