Il personale delle case anziani va valorizzato!

Da: Stefano Testa, sindacalista VPOD Ticino

Dall’inizio della pandemia si è giustamente applaudito il personale degli ospedali dei reparti COVID e delle cure intense. Va sottolineato che anche il personale delle case anziani ha lavorato in condizioni difficilissime, subendo talora critiche pesanti e gratuite, quando la pandemia ha colpito a morte numerosi ospiti di case anziani a causa della misconoscenza delle misure di lotta al nuovo virus.

Va ricordato anche che il numero degli operatori e delle operatrici nelle case anziani era già insufficiente prima della pandemia. Il metodo di calcolo per determinare in numero delle figure professionali era ed è inadeguato. Oggi ad aggravare la situazione generale vi è l’aumento esponenziali delle malattie e delle quarantene dovute ai contagi della variante omicron, che colpiscono anche il personale sanitario e le loro famiglie. Il lavoro in casa per anziani è aumentato pure molto a causa dell’assenza di parenti e volontari, che prendevano a carico il tempo libero degli ospiti: infatti le visite a causa delle regolamentazioni sanitarie sono calate in maniera importante.

Il personale delle case anziani oggi è sfinito. Fortunatamente molti quadri amministrativi, infermieristici ed alberghieri delle strutture si stanno facendo in quattro per tenere le teste fuori dall’acqua, anche se c’è sempre qualcuno che invece fa pressione sul personale.

Il Sindacato VPOD sottolinea come sia compito degli enti finanziatori di trovare soluzioni adeguate alla crisi e trovare le risorse aggiuntive, per non scaricare i problemi sulle spalle di chi lavora nelle case anziani. Il clima di lavoro va migliorato, valorizzando il personale delle case anziani.

I Comuni che finanziano le case anziani in Ticino devono smetterla di fare gli gnorri e devono smetterla di mettere il veto alle proposte di miglioramento delle condizioni del personale delle case anziani ticinesi, che vengono avanzate dai firmatari del contratto collettivo di lavoro del CCL ROCA.

In particolar modo i rappresentanti delle Città di Lugano, Bellinzona, Mendrisio e Locarno presenti nella Commissione consultiva del Dipartimento sanità e socialità devono ora decidere l’avvio della revisione delle condizioni salariali del personale delle case anziani, che sono da troppi anni ferme, salvo nelle case anziani della Città di Lugano. Anche nella dotazione del personale sono necessari passi avanti cantonali e comunali, per rispondere finalmente alle esigenze degli anziani e per salvaguardare la salute del personale. È ora di svegliarsi: occorre ridare la giusta dignità al personale delle case anziani ticinesi e rafforzare quella degli ospiti!