Il massacro dei giovani
Le/i più giovani allora hanno lasciato sul tappeto il 20% delle loro rendite al 1.1.2013, ma per loro il supplizio non è finito. Infatti l’IPCT ha comunicato che in data 1.1.2023 il tasso di conversione dovrà scendere dall’attuale 6,17% al 4,8%: questo significa un’ulteriore riduzione delle rendite pari al 22%. Una prospettiva inaccettabile dettata dalle autorità federali, che constatando il deterioramento della situazione finanziaria e il mancato versamento dei 500 milioni di franchi, hanno imposto al Consiglio d’amministrazione dell’IPCT di adottare delle immediate misure per raddrizzarla.
Si tenga poi conto che da dieci anni l’IPCT preleva una quota maggiore dal salario (contributo di risanamento) e applica un tasso di remunerazione molto basso sul capitale personale accumulato. L’IPCT applica un tasso di remunerazione dell’1% a fronte di rese del patrimonio IPCT del 4,6% nel 2020 e addirittura del 9,5% nel 2019. Con quest’unica misura le/gli assicurati attivi dell’IPCT hanno perso 250 milioni di franchi, che sono finiti a pagare le rendite dei pensionati.
Nessuno è al riparo
Attenzione però, nessuno è al sicuro, come dimostra la diminuzione delle rendite vedovili in aspettativa entrata in vigore all’inizio di quest’anno: contro la diminuzione il Sindacato VPOD ha inoltrato una petizione al Tribunale cantonale amministrativo, che tuttavia non è entrato in materia. Per un giudizio di merito il Sindacato dovrà trovare il caso di un vedovo o una vedova a partire dal 1.1.2021, che funga da caso pilota. Affaire à suivre.
La diminuzione delle rendite vedovili decisa dal Consiglio d’amministrazione genera 179 milioni di franchi di risorse da destinare a misure di accompagnamento per lenire gli effetti nefasti della diminuzione del tasso di conversione previsto in data 1.1.2023: 179 milioni che si sommano a 100 milioni già accantonati grazie all’ottimo andamento del patrimonio IPCT del 2019.
Sappiamo però che questi soldi in ogni caso non saranno sufficienti. I datori di lavoro dovranno fare la loro parte. Ma soprattutto sappiamo che se non entreranno i 500 milioni del Cantone il Consiglio d’amministrazione dell’IPCT sarà obbligato a riversare i 279 milioni nel calderone del risanamento e che le pensioni delle/dei dipendenti saranno massacrate.
16'000 attivi, 9'000 pensionati
L’IPCT conta 16'000 affiliati attivi (il 7% di tutti gli occupati ticinesi!) e 9'000 pensionati. Nel suo patrimonio di 5'000 milioni di franchi figurano anche 900 appartamenti e 43'000 m2 commerciali. Le rese del patrimonio IPCT sono regolarmente sopra la media svizzera a fronte di costi di gestione nettamente inferiori, ciò che ci dice che la Cassa è ben gestita. Purtroppo l’IPCT può decidere solamente in merito alle prestazioni versate, mentre il finanziamento delle medesime è stabilito dal Parlamento cantonale. La politica cantonale, che si è mossa per i 200 impieghi delle Officine e i 15 della società di navigazione sul Verbano, non vuole far nulla per i 25'000 affiliati dell’IPCT? Pazzesco!
Mobilitiamoci!
Care colleghe e cari colleghi, vi invitiamo a discutere della mobilitazione del 15 settembre sui posti di lavoro e nei collegi docenti. Cominceremo con questa manifestazione cantonale e, nel caso il datore di lavoro principale continuasse a fare orecchio da mercante, dovremo prepararci a ricorrere anche allo sciopero nell’amministrazione cantonale e nelle scuole.
NO all’impoverimento di 26'000 lavoratrici e lavoratori ticinesi!
NO al taglio delle rendite per loro e le loro famiglie, per la società e per l’economia locale.
SÌ a mantenere condizioni contrattuali dignitose per impiegati e docenti cantonali!