Istituzioni sociali: ci siamo anche noi, facciamoci sentire!

Da: Lucio Negri, presidente Comitato lavoratori sociali VPOD Ticino

Sin dalle prime settimane di questa pandemia, la scorsa primavera, il personale delle Istituzioni Sociali ha avuto la sensazione di essere stato dimenticato, insieme alla sua utenza, da quella politica e quell’opinione pubblica che elargiva applausi e pacche sulla spalle a medici, infermieri in ospedale, al personale delle case anziani e agli operatori dei servizi a domicilio. Con i mesi a seguire ci siamo accorti che neanche quelle, alla fine, ero sincere, o quanto meno erano fine a se stessi. Intanto nelle IS si sono creati i reparti Covid, nelle IS ci si contagiava e si moriva, con personale a volte impreparato e senza mezzi appropriati a gestire una situazione cosi drammatica.

Ora, con il picco della seconda ondata alle spalle, rimane la sensazione di essere inascoltati. Le carenze di gestione avvenute all’interno delle IS non hanno fatto scalpore come quelle avvenute in casa anziani.

La mancata informazione sul recupero ore e la gestione delle stesse, le forniture del materiale di protezione o l’interpretazione delle disposizioni delle autorità cantonali data da alcune direzioni sono solo alcuni esempi di malfunzionamento che si sono create e che persistono tutt’oggi.

Il personale delle IS fa parte a tutti gli effetti di quel settore socio sanitario che in questi mesi è stato sotto pressione nell’affrontare la situazione pandemica del nostro cantone, dovendo sconvolgere il proprio lavoro. Affrontando tutta questa situazione con un’utenza fragile e che difficilmente ha capito cosa sta succedendo: perché non si può uscire in passeggiata o perché tutte le persone attorno hanno quella cosa blu davanti alla bocca.

Per questi motivi il personale delle IS deve essere al fianco dei colleghi dei SACD, dell’EOC, dell’OSC, cliniche e case anziani per ribadire che la misura è colma. Mobilitiamoci.

Nelle prossime settimane il sindacato VPOD organizzerà delle riunioni via zoom per i suoi affiliati nei singoli Istituti per informare e organizzarci in vista della manifestazione del prossimo 29 maggio. L’invito è quello di partecipare, perché quello che abbiamo affrontato è stata la peggior emergenza sociosanitaria dal dopoguerra e non è andato tutto bene: ora ci devono ascoltare.