A seguito della riduzione del tasso di conversione dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino al 1.1.2023, senza un piano di compensazione, chi oggi ha iscritto nel suo certificato assicurativo che riceverà una rendita di vecchiaia di 20'000 fr annui vedrà la sua pensione ridursi di altri 4'000 fr e scendere quindi a 16'000 fr annui.
Totale 9'000 fr di perdita in 10 anni, ossia -36% per l’esattezza!
Vi sembra normale? No, sicuramente.
Si tratta di un salasso insopportabile per 16'000 impiegati cantonali, docenti cantonali e comunali, come pure dipendenti degli enti esterni! In nessun altro ente pubblico o privato svizzero si è vista un simile taglio e una simile ingiustizia. Un datore di lavoro responsabile e una cassa pensioni normale hanno come scopo di garantire condizioni pensionistiche ragionevoli e in linea con il livello salariale, per impedire un impoverimento dell’assicurato durante la sua vecchiaia!
Per questo il Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino ha lanciato una petizione contro il taglio delle pensioni dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT), che chiede al Parlamento e al Governo di sostenere un piano previdenziale per compensare la riduzione del 20% delle pensioni del 2023, approvando un aumento del 4% dei contributi ordinari a carico del datore di lavoro.
La petizione VPOD ha raccolto in poche settimane 2’171 firme ed è stata consegnata lunedì 18 ottobre alle 11 a Nicola Pini, presidente del Gran Consiglio (Parlamento), come pure al Consiglio di Stato (Governo).