L’USS-Ticino non è evidentemente contraria in modo aprioristico alla ripresa delle attività sociali, scolastiche ed economiche, ma le stesse devono essere più graduali e meglio controllate. Un nuovo sovraccarico delle strutture sanitarie obbligherebbe il personale sanitario a nuovi impegni e a nuove difficoltà, difficilmente accettabili se fossero dettate da scelte politiche opinabili.
L’USS-Ticino chiede quindi che le riaperture delle attività devono sottostare a precise regole e a controlli rigorosi, che prevedano l’implicazione delle lavoratrici e i lavoratori al fronte e una condivisione dei risultati. Qualora il numero dei contagi dovesse nuovamente aumentare, esse dovranno essere sospese con effetto immediato. Per l’USS-Ticino e Moesa si deve infatti continuare a privilegiare gli aspetti sanitari a qualsiasi altra considerazione.
L’USS-Ticino e Moesa condanna infine le vergognose proposte formulate dall’USAM nel suo “programma d’azione” presentato giovedì scorso. Attaccare frontalmente come fatto dall’USAM diversi pilastri fondamentali del sistema sociale e giuridico del paese (dal diritto di ricorso al sistema di assicurazioni sociali, dalla legge sul lavoro ai salari, già vergognosamente bassi in troppi settori professionali) è un insulto fatto ad un paese che invece applaude da settimane chi ha fornito lavoro essenziale nelle fasi più acute della crisi. Un cinismo e un disprezzo della dignità di lavoratrici e lavoratori inaccettabili, oggi più che mai.