Le esternalizzazioni: un modello affascinante solo in apparenza

Da: Graziano Pestoni, presidente Unione sindacale svizzera - Ticino e Moesa

Le esternalizzazioni consistono nella cessione ad un’azienda privata, da parte di un ente pubblico, del compito di fornire ai cittadini determinate prestazioni. In questi ultimi anni è stato fatto largo uso di questa possibilità. Sono stati ceduti trasporti pubblici regionali, servizi di pulizia di uffici e ospedali, servizi di collaudo degli autoveicoli, la sorveglianza delle carceri e tante altre attività. Le agenzie postali, che stanno sostituendo gli uffici postali, oppure la cessione ad una filiale di Ho Chi Minh City (la vecchia Saigon) del compito di far decifrare gli indirizzi dei pacchi che risultano illeggibili e dunque difficili da recapitare, sono altri esempi di esternalizzazioni.

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La delega di compiti istituzionali rientra pure in questo tipo di politica. Ad es. se un cittadino ha una vertenza con una cassa malati, non sarà il giudice ordinario a decidere se l’importo contestato è dovuto. Saranno le casse malati stesse, le quali hanno ricevuto una delega da parte del Consiglio federale. Esse svolgono quindi un doppio ruolo: quello di giudice e quello di parte interessata. Un’assurdità giuridica e istituzionale.

Cedere ai privati lo svolgimento di compiti particolari può comunque sembrare affascinante. Confederazione, cantoni o comuni potrebbero concentrarsi sui compiti più importanti, delegando ad altri il compito di fornire determinate prestazioni. In realtà le esternalizzazioni riducono il controllo democratico, sono fonti di iniquità e di ingiustizie, mentre i controlli sono complessi, burocratici e inefficienti. Inoltre la qualità della prestazione ai cittadini non è garantita. Questo sistema non comporta nessun vantaggio, né per il cittadino, né per il personale. Anche per questa ragione molti cantoni e comuni, confrontati con malumori e proteste, hanno già ripristinato parte di quanto avevano esternalizzato in precedenza.

Nel prossimo futuro, quante altre istituzioni dovranno fare marcia indietro, per andare incontro ai cittadini?