È urgente migliorare le condizioni di lavoro nelle istituzioni sociali!

Da: Chelo Demartini, per il Comitato VPOD del personale Istituzioni sociali

Il Comitato VPOD del personale attivo nelle istituzioni sociali, riunitosi in data 22 gennaio 2020, rivendica con forza l’attribuzione di maggiori risorse pubbliche per le istituzioni sociali attive in Ticino ed esige una maggiore trasparenza sui contratti di prestazione tra Stato e singole istituzioni (in particolare relativamente all’utilizzo dei mezzi, al raggiungimento degli obiettivi, alla formazione interna, alla qualità del lavoro, al clima di lavoro, ai tempi di attesa per gli utenti).

Sul piano contrattuale il Comitato VPOD rivendica:

1. aumento dei massimali salariali del 3% e garanzia di un salario minimo di 4'000 fr mensili nella scala stipendi;

2. miglioramento del modello di calcolo delle risorse di personale educativo e sanitario nelle strutture sociali, per tener conto delle specificità del lavoro sociale (garantire una presa a carico di qualità sia all’interno delle strutture sia sul territorio quando questo è previsto dalla presa a carico dell’Istituto, necessità di creare una buona collaborazione di rete con le altre figure di riferimento per l’utente); inoltre nel calcolo del personale educativo/sanitario i capi equipe e i responsabili di laboratori/foyer vanno considerati unicamente per la percentuale effettivamente prestata a tale scopo, garantendo loro il tempo necessario a gestire la parte amministrativa di reparto senza ricadute sul lavoro a contatto con l’utenza;

3. migliore copertura delle assenze per malattia e infortunio, attraverso il riconoscimento di un fondo supplenze nei contratti di prestazione;

4. rapida attuazione di misure che favoriscono la conciliazione famiglia-lavoro: riconoscimento di maggiori congedi pagati per la cura di figli e di genitori ammalati, come pure di maggiori congedi pagati maternità, paternità e parentali;

5. ripristino della possibilità di essere assunti a tempo pieno da parte delle istituzioni sociali: purtroppo tanti posti di lavoro vengono offerti unicamente in una percentuale del 70-80%, il che mette in forte difficoltà economica i dipendenti;

6. introduzione del pensionamento anticipato in tutte le istituzioni sociali: dove non esiste, riconoscimento di 2 settimane di congedo pagato supplementare all’anno per gli ultracinquantottenni;

7. assegnazione di un supplemento del 10% di congedo pagato per le ore effettuate nei turni giornalieri spezzati e limitazione del numero di turni giornalieri spezzati nell’arco di un mese;

8. limitazione del numero dei picchetti sul posto di lavoro (massimo di 7 picchetti mensili) e riconoscimento del picchetto in sede come orario di lavoro nella misura di almeno il 50% (quest’ultima rivendicazione vale per gli educatori, che purtroppo non sono soggetti alla legge sul lavoro, la quale riconosce come tempo di lavoro il picchetto sul posto di lavoro);

9. creazione di un regolamento per il riconoscimento delle ore effettuate in colonia;

10. garanzia di 2 giorni di libero consecutivi ogni settimana, che dovranno cadere in sabato/domenica almeno una volta ogni 3 settimane;

11. miglioramento dell’art. 50 del contratto collettivo di lavoro per il personale delle istituzioni sociali, riguardo ai giorni festivi infrasettimanali per il personale a turni;

12. creazione di un gruppo di lavoro della Commissione paritetica cantonale del contratto collettivo per il personale delle istituzioni sociali, che garantisca vigilanza e intervento tempestivo in caso di problemi di clima di lavoro nelle singole istituzioni sociali.

Il Comitato VPOD sostiene inoltre le misure per migliorare il clima di lavoro nel settore sociosanitario, che sono state richieste dalla mozione parlamentare del 29 settembre 2019 “Lavoro malato, lavoro che fa ammalare”.

Per iniziare un percorso di mobilitazione del personale delle istituzioni sociali, il Comitato VPOD convocherà un’assemblea generale nella primavera 2020.