Difendere i salari
Sappiamo che la protezione dei salari è una spina nel fianco per molti negli ambienti padronali, economici e politici. Oggi queste persone vogliono imporci leregole lassiste dell’Unione europea. I sindacati sono favorevoli alla libera circolazione delle persone: si tratta di un successo, che protegge i lavoratori da ingiuste discriminazioni fatte in base alla provenienza delle persone. Ma la libera circolazione funziona solamente se va di pari passo con una forte protezione dei salari. La protezione dei salari va migliorata: i controlli mostrano un tasso di infrazioni elevato. Numerose imprese non versano salari svizzeri o imbrogliano in altri modi! Ci vuole chiaramente PIÙ protezione dei salari. Solamente insieme possiamo respingere l’offensiva contro la protezione dei salari lanciata dal consigliere federale Ignazio Cassis, sostenuto dalle grandi imprese.
Essere solidali e lottare insieme ha un effetto concreto sui salari: negli ultimi 20 anni i sindacati sono riusciti a far aumentare parecchio i bassi salari. Grazie alle nostre numerose campagne contro i bassi salari e per il salario minimo di 4’000 franchi mensili in Svizzera le differenze tra alti e bassi salari sono minori rispetto ad altrove. Tuttavia molte cose sul fronte salariale sono ancora negative: i salari dei top managers raggiungono vette astronomiche, mentre i salari reali della gente comune stagnano da due anni. E spesso la compensazione del carovita non viene versata. È quindi chiaramente giunta l’ora di rivendicare PIÙ salario!
È scoccata l’ora dello sciopero delle donne
Questo è ancora più vero per le donne, perché i loro salari sono in ritardo rispetto a quelli degli uomini. Benché la parità tra donna e uomo sia iscritta dal 1981 nella Costituzione e dal 1996 nella legge, la situazione lascia a desiderare in numerosi ambiti, e non solamente per i salari. La maggior parte del lavoro domestico è svolto da donne, che non è riconosciuto, né valorizzato. Di conseguenza le donne percepiscono salari e rendite da fame. Nell’offerta di posti nei nidi d’infanzia e nei servizi extrascolastici, come pure nel settore delle cure, si risparmia sulle spalle delle donne, chiamate a colmare queste lacune. Inoltre la violenza sessuale e sessista rimane ancora diffusa. È evidente che ci vuole PIÙ salario, PIÙ tempo e PIÙ rispetto.
Premi cassa malati da limitare
Dobbiamo essere solidali e batterci insieme anche contro la riduzione del potere d’acquisto: una riduzione causata, tra le altre cose, dall’aumento continuo dei premi di cassa malati! Il Consiglio federale aveva promesso che essi non avrebbero superato l’8 % del budget famigliare. Invece paghiamo spesso di più. I Cantoni hanno risparmiato sui sussidi cassa malati e qualche Cantone li ha persino ridotti, quando invece occorrono PIÙ mezzi finanziari per ridurre i premi cassa malati! La prima tappa per raggiungere questo obiettivo sarà quella di fare in modo che i premi cassa malati non superino il 10% del reddito disponibile, come chiede l’iniziativa popolare federale sostenuta dai sindacati.
Rendite AVS da migliorare
Il potere d’acquisto per i futuri pensionati è pure sottoposto ad una grande pressione: in questi ultimi anni le nuove rendite versate dal secondo pilastro sono costantemente diminuite. L’Unione sindacale svizzera non vuole vedere scoppiare una bomba sociale ad orologeria: occorre chinarsi sul livello delle rendite, invece di parlare solo di demografia e aumento dell’età di pensionamento! È giunto il momento di avere PIÙ rendite. Occorre aumentare le rendite AVS affinché anche la prossima generazione possa ricevere rendite decenti.
Più tempo per vivere
Davanti ai media stranieri il padronato si fa un vanto del diritto del lavoro svizzero molto flessibile e liberale. Gli stessi ambienti padronali svizzeri oggi vogliono eliminare l’obbligo di registrare il tempo di lavoro e vogliono diminuire i tempi di riposo e altre durate massime del lavoro. Al contrario noi diciamo chiaramente: ci vuole PIÙ tempo per vivere e non meno. I sindacati rivendicano 5 settimane di vacanza per tutti, una richiesta a lungo attesa dai lavoratori.
Puntiamo verso una nuova direzione
Bisogna puntare verso una nuova direzione: è tempo di PIÙ salario, di PIÙ rendite, di PIÙ giustizia salariale, di PIÙ uguaglianza, di PIÙ riduzione dei premi cassa malati, di PIÙ protezione dei salari e di PIÙ tempo per sé stessi. Il 1. maggio 2019 rivendichiamo DI PIU PER VIVERE!