Rifiuto del tetto massimo salariale per i manager pubblici e parapubblici, vergogna!

Da: Raoul Ghisletta, segretario VPOD Ticino

Il centrodestra non vuole tetti salariali per i manager degli enti parastatali e sussidiati: 220'000 fr annui di salario (massimo in vigore nello Stato) sono troppo pochi per gli amici degli amici!

L’iniziativa parlamentare del 2015 del segretario VPOD Raoul Ghisletta è stata respinta dal Gran Consiglio ticinese nella seduta del 15 ottobre 2019 (solamente i rosso-verdi l’hanno sostenuta) : essa chiedeva al Consiglio di Stato di emanare delle direttive vincolanti, in modo che in ogni caso il massimo salariale (comprensivo di eventuali indennità e bonus) non superasse quello in vigore presso il Cantone, tenuto conto del tipo di funzione. Stiamo parlando di 222'000 fr all’anno come massimo, ossia 17'000 fr per tredici mensilità.

Si trattava complessivamente di allineare gli stipendi delle varie tipologie di dirigenti a quelli previsti dal nuovo Regolamento concernente le funzioni e classificazioni dello Stato (Canton Ticino). Le direttive salariali, volte ad evitare privilegi assurdi, dovevano valere per il Cantone, per gli enti pubblici cantonali, per i Comuni e per i dirigenti di enti sussidiati dallo Stato. Va chiaramente sottolineato come la situazione salariale dei dirigenti di queste strutture sia sovente incontrollabile a causa della protezione dei dati.

La situazione economica attuale in Ticino, dove un numero importante di cittadini non hanno lavoro e dispongono di redditi insufficienti per vivere autonomamente, imponeva di regolamentare questo spinoso ambito. Ma la maggioranza di centrodestra del Parlamento ha preso in giro la popolazione, sbandierando a mo’ di contentino due piccole regolette che saranno “raccomandate” dal Governo a Banca Stato, AET, ACR ed EOC: la percentuale massima di salario variabile non dovrà superare il 50% del salario fisso e la percentuale massimo di prestazioni accessorie non dovrà superare il 10%.