Piano studi liceali: non perdere il Nord!

Da: Adriano Merlini, presidente docenti VPOD

Il primo nodo problematico risiede nell’importanza politica rivestita dalla griglia oraria: sancisce cosa e quanto vada studiato nei nostri licei. In poche parole, la visione della società e gli strumenti analitici che vengono forniti ai giovani. A noi sembra incomprensibile che la sezione di un dipartimento a guida socialista, che sostiene apertamente, ad esempio, l’attuale presa di coscienza giovanile a favore di un mondo migliore, proponga come UNICO taglio nella dotazione oraria disciplinare quello della geografia (meno 20%), la sola materia che fa dello sviluppo sostenibile - socialmente, ecologicamente ed economicamente sostenibile- il cardine del proprio programma.

Non solo. Parte della società civile chiede un liceo più umanistico: invece di prendere la palla al balzo, certo entro i limiti imposti dalla Conferenza dei direttori della pubblica educazione (CDPE), si propone un potenziamento della matematica, dell’informatica e delle Opzioni Specifiche che, ad eccezione dell’economia, non rientrano in questo ambito. Storia, filosofia, storia dell’arte… rimangono al palo.

Detto dell’aspetto di fondo, anche la collocazione immaginata per le scienze sperimentali sull’intero quadriennio pone un grosso problema, in quanto implicherebbe l’abbandono del valore propedeutico largamente condiviso del primo anno liceale. L’anticipo della scelta del curricolo liceale alla fine della IV media ci sembra andare in direzione diametralmente opposta alla politica scolastica del nostro Cantone degli ultimi 50 anni e temiamo non sia compatibile con la Scuola media unica.

È inoltre previsto un aumento del carico orario settimanale per gli studenti, in particolare per le classi di III e IV: 35 ore settimanali contro le attuali 31/34. Ci sembra irragionevole: già oggi sia i docenti sia gli allievi segnalano che la mancanza di tempo a disposizione degli studenti per assolvere bene ai loro compiti è il problema più pressante della vita liceale.

In conclusione, una nota critica sul calendario immaginato (errare humanum est…): la consultazione a cavallo degli esami di maturità sembra provocatoria e la proposta non prevede una seconda fase per permettere ai docenti di prendere visione delle modifiche apportate alla bozza a seguito delle osservazioni da loro formulate. La CDPE impone l’introduzione dell’informatica a partire dall’anno 2022-23, ma il progetto SIMS la anticipa incomprensibilmente al 2020-21. Perché tutta questa fretta?

Dunque, la proposta contiene pure aspetti positivi e non la associamo di certo alla nefasta “scuola delle tre i” di berlusconiana memoria. A nostro avviso il Liceo deve rimanere una scuola di cultura generale, dove gli studenti ricevono gli strumenti per riflettere criticamente, approfondendo gli argomenti, così da orientarsi nella società… senza perdere la bussola. Quanto proposto con la nuova griglia oraria non ci sembra procedere nella giusta direzione.