Pierre-Yves Maillard nuovo presidente USS
L'Unione sindacale svizzera (USS) ha eletto al primo turno (115 voti) Pierre-Yves Maillard come nuovo presidente al posto di Paul Rechsteiner.
Nel suo discorso di addio, Paul Rechsteiner, presidente dell'Unione sindacale svizzera durante gli ultimi 20 anni, ha invitato i sindacati a rafforzare l'unità e la collaborazione in seno all'USS e a livello internazionale. L’USS dovrà lottare a favore dei diritti di tutti i lavoratori in Svizzera (un quarto di loro non hanno diritti politici) ed essere attiva sui temi attuali come la digitalizzazione e la lotta ai cambiamenti climatici.
Il neopresidente Pierre-Yves Maillard ha ringraziato la sua concorrente nell’elezione, Barbara Gysi (82 voti). 15 i voti di astensione, che non hanno sostenuto né l’uno, né l’altra candidata. Dopo aver ringraziato il presidente uscente Paul Rechsteiner, Maillard ha posto come obiettivi prioritari dell'USS la difesa dei salari di fronte alle pressioni del padronato e della concorrenza europea in atto con la libera circolazione delle persone (misure di accompagnamento forti), il miglioramento delle rendite per tutti e l'ottenimento dell'uguaglianza reale tra donne e uomini. “La vera libertà degli uomini dipende dalla reale libertà delle donne” -ha concluso.
Maillard è consigliere di Stato socialista dal 2004 nel Canton Vaud, dove dirige il dipartimento della salute e dell’azione sociale. Ha studiato all’Università di Losanna, è stato docente e segretario sindacale della metallurgia e dell’orologeria. Egli rinuncerà al mandato di consigliere di Stato nel giugno 2019 e prenderà le funzioni di presidente in questo periodo: fino ad allora Vania Alleva et Giorgio Tuti, vicepresidenti de l’USS, saranno presidenti ad interim.
Sostegno unanime allo sciopero delle donne
I delegati USS hanno deciso all’unanimità di fare dell’uguaglianza il punto centrale dell’attività sindacale nei prossimi mesi e di sostenere lo sciopero delle donne del 14 giugno 2019. Il congresso ha pure adottato un documento rivendicativo, che comprende le misure per combattere le discriminazioni, in particolare salariali, e di sottometterle all’assemblea dei delegati USS.
Per la 13a AVS
La lotta per rendite decenti costituisce uno degli elementi essenziali dell’azione sindacale. Il congresso ha deciso di incaricare gli organi dell’USS di preparare il lancio di un’iniziativa popolare per la tredicesima AVS. L’aumento delle rendite AVS è l’unico modo per compensare le diminuzioni regolari delle rendite del secondo pilastro. L’AVS presenta il miglior rapporto qualità-prestazioni della previdenza professionale svizzera. Il 90% degli assicurati AVS ricevono rendite superiori a quanto hanno versato come premi durante la loro attività professionale: in particolare beneficiano dell’effetto redistributivo dell’AVS le donne, che hanno svolto nella loro vita importanti attività non remunerate a carattere famigliare, educativo e di cura. Solamente l’aumento delle rendite AVS consente di rispettare la Costituzione federale, la quale prevede come il primo e il secondo pilastro debbano garantire in maniera appropriata il livello di vita precedente al pensionamento.
Riduzione dei premi cassa malati
Il congresso USS ha deciso di sostenere attivamente l’iniziativa popolare (in fase di preparazione), che vuole ridurre il peso dei premi cassa malati sui ceti medio-bassi. In effetti è inaccettabile che l’aumento costante dei premi vada sempre più a scalfire il potere d’acquisto della popolazione. Inoltre i delegati USS hanno deciso di combattere in modo energico ogni peggioramento della protezione della salute dei salariati (modifica legge sul lavoro).
No al peggioramento dei salari
L’USS può contare sul presidente della Confederazione in questa battaglia: Alain Berset ha infatti dichiarato ai congressisti che “In Svizzera si devono versare dei salari svizzeri” (“En Suisse, on doit verser des salaires suisses”). Il Congresso USS ha bocciato l’idea di indebolire le misure di accompagnamento a protezione dei salariati, idea ventilata dai consiglieri federali PLR per salvare gli accordi bilaterali tra Svizzera ed Unione europea. Si tratta di una linea rossa invalicabile per i congressisti: essi l’hanno resa visibile in un’azione di protesta lampo, sfilando sul Kornhausbrücke di Berna per formare un cordone di manifestanti. Per l’USS occorre aumentare la protezione dei salari in Svizzera e non ridurla! Occorre combattere l’aumento del precariato, dei subappalti, degli abusi salariali e i licenziamenti dei lavoratori ultracinquantenni. “La lotta per misure di accompagnamento forti è una lotta per un’Europa sociale forte: il dumping salariale è un problema in tutta l’Europa” - ha ricordato Susanna Camusso, segretaria generale CGIL. Camusso ha chiesto di lottare per degli standard salariali omogenei in tutti i Paesi europei, che sono indispensabili per combattere le chiusure nazionaliste in atto in ogni Paese europeo!