Scuola dell’obbligo
Occorre ripartire nel miglioramento della scuola dell'obbligo. Non si può continuamente dire no a tutte le proposte di miglioramento, come capita da 10 anni. No di pochissimo all'iniziativa popolare VPOD per aiutare i ragazzi delle scuole comunali, no all'iniziativa popolare VPOD per gli allievi della scuola media e no a “La Scuola che verrà” proposta dall’on. Bertoli. In questo Cantone i neinsager e gli immobilisti fanno a gara per bocciare i miglioramenti e al massimo lasciano cadere qualche briciola dal tavolo, come la creazione del docente d'appoggio nelle scuole comunali.
Le misure urgenti per dare maggiori chances a tutte/i nelle scuole comunali, sono la rivendicazione di un numero massimo di 20 allievi per classe e la cantonalizzazione dei docenti di lingua e integrazione.
Per la scuola media come obiettivo prioritario indico la creazione di classi dimezzate in almeno 1/3 delle ore lezioni, soprattutto in III e IV media, quando è estremamente necessario poter seguire al meglio gli allievi. Inoltre occorre garantire un numero adeguato di ore per allievo nel sostegno pedagogico e nell’orientamento scolastico professionale per allievo, recuperando i ritardi dovuti alle misure di risparmio e alla crescita dei casi da seguire.
Apprendistato e maturità
Il Cantone deve prendere sul serio il compito di colmare la scandalosa lacuna nella formazione finale dei giovani: infatti ben il 12% dei giovani non consegue né una maturità, né un certificato di capacità professionale. Questa è la causa prima dell'esclusione socioeconomica e della povertà.
Per ogni studente universitario il Cantone investe mediamente 100'000 fr e va benissimo, come va benissimo aumentare il tetto massimo degli assegni per gli studenti. Ma è altrettanto fondamentale investire un minimo anche per i giovani marginalizzati dal sistema scolastico, aiutandoli sin dalla scuola dell'obbligo a prendere una strada formativa professionalizzante e vincente.
Il Cantone deve inoltre spingere con tutti i mezzi le aziende medio-grandi a mettere a disposizione sufficienti posti per formare apprendisti e per scegliere tra le varie formazioni. Va deplorata la penuria nell’offerta di posti di apprendistato in Ticino e gli elevati tassi di abbandono/bocciatura finale in certi apprendistati. Per questo ho presentato una mozione che chiede al Governo di presentare un rapporto sull’apprendistato in Ticino, che evidenzi le problematiche e le soluzioni.
Università e cultura
Per il settore universitario occorre continuare a fare trasparenza e chiarezza. Un lavoro positivo lo si sta facendo tra la Commissione di controllo, l’USI, la SUPSI e il Dipartimento educazione cultura e sport per chiarire le procedure e i criteri di qualità in atto, nonché precisare gli obiettivi in questo settore complesso. All’orizzonte si vedono finalmente i contratti collettivi di lavoro per il personale tecnico-amministrativo e regolamentazioni per le condizioni degli accademici.
In termini generali non dobbiamo spendere soldi pubblici per ricerche o insegnamenti, che non hanno impatti positivi per il sapere, per la cultura e per la società. Preoccupa il caso della Fondazione per gli studi rigenerativi legata al Cardiocentro, che tra il 2015 e il 2017 ha assunto un millantatore per organizzare la sua ricerca.
Infine il recente censimento fatto dal DECS ha mostrato come gli operatori culturali siano tanti, cosa di cui rallegrarsi, ma anche che il sostegno pubblico sia minore di quello presente altri Cantoni. Occorre rafforzare il sostegno agli operatori culturali in generale e occorre dare stabilità alle istituzioni di eccellenza, come l'Orchestra della Svizzera italiana: Cantone e Comuni devono trovare una chiara chiave di collaborazione stabile.
Conclusione
In conclusione dobbiamo batterci per spingere il Governo a considerare maggiormente la necessità di investire nella formazione e nella cultura, e questo per aumentare l'uguaglianza delle possibilità di riuscita di tutti i giovani residenti in Ticino.