- Un aumento delle classi salariali per le professioni tipicamente femminili.
- La fine delle privatizzazioni dei servizi di pulizia nel Cantone, nei Comuni e nelle istituzioni sussidiate, come pure la reintegrazione del personale di esternalizzato negli scorsi anni (composto soprattutto da donne).
- La riduzione del tempo di lavoro per poter uscire dalla trappola del tempo parziale e per ripartire meglio il lavoro non remunerato tra uomo e donna.
- La rinuncia alle forme di lavoro flessibile che avvantaggiano solamente il datore di lavoro e l’allestimento di orari di lavoro compatibili con la vita famigliare e privata.
- Il riconoscimento del lavoro domestico da parte delle assicurazioni sociali.
- Un vero congedo parentale pagato, riconosciuto anche ai genitori adottivi o dello stesso sesso.
- Spazi e orari di lavoro adeguati alle donne incinte e che allattano, con la garanzia che le lavoratrici in congedo maternità vengano sostituite da supplenti.
- Nessun aumento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni, pensionamento a 60 anni nei settori delle cure, orari adeguati alle persone di più di 55 anni.
- L’introduzione di un linguaggio epiceno (non connotato sessualmente), campagne di sensibilizzazione al rispetto della donna e delle persone LGBTIQ sui luoghi di lavoro e nelle scuole, prevenzione e tolleranza zero in materia di sessismo e di molestie sessuali.
- Misure specifiche per le donne che esercitano mestieri tipicamente maschili: abiti adatti, docce e spogliatoi separati per sesso, misure per assicurare la sicurezza delle lavoratrici nei luoghi di lavoro sensibili e nei tragitti da e per il lavoro (soprattutto in caso di lavoro notturno).
Misure generali
Il Sindacato VPOD Ticino richiede al Governo e al Parlamento ticinesi di approvare 3 importanti misure a favore della parità dei sessi.
1. La creazione di un Ufficio cantonale per la parità fra donna e uomo sul modello del Canton Vaud: a tal scopo lo scorso 25 giugno il Sindacato VPOD ha consegnato al Gran Consiglio una petizione con 4'073 firme. Se realizzato, l’Ufficio permetterà di offrire consulenze specializzate e sostegno giuridico, di sviluppare campagne di sensibilizzazione e di creare materiale formativo, in modo da incoraggiare a tutti i livelli la concretizzazione della parità.
2. L’introduzione di norme legali per assicurare una presenza di almeno il 30% per il sesso svantaggiato e aumentare sensibilmente la miserevole presenza di donne ai posti di comando nel settore pubblico e sussidiato:
- nei consigli di amministrazione e di direzione delle aziende e degli enti cantonali
- nei consigli di amministrazione e di direzione di aziende ad importante partecipazione cantonale
- nei consigli di amministrazione e di direzione di enti sussidiati in modo importante dal Cantone
- a livello di funzionari dirigenti nell’Amministrazione cantonale
- nelle commissioni nominate dal Consiglio di Stato.
Esempi in tal senso esistono nel Canton Basilea Città dal 2014 per quanto riguarda i consigli di amministrazione di enti e aziende pubbliche (norma approvata in votazione popolare dal 57%) e nella Città di Zurigo dal 2013 per quanto riguarda i quadri dell’amministrazione comunale.
3. L’obbligo per le liste elettorali in Ticino di presentare un numero di candidature maschili e femminili, che garantisca al genere svantaggiato una percentuale di almeno il 40%.