Basta con il degrado delle cure a domicilio!

Da: di Mauro Mantovani - presidente Comitato SACD VPOD Ticino

Il Comitato VPOD operatrici e operatori dei Servizi d’assistenza e cura a domicilio (SACD), riunitosi a Rivera in data 23 ottobre 2019, denuncia le sempre peggiori condizioni di lavoro nel settore dell’assistenza e cura a domicilio, che portano alla destabilizzazione e allo sfruttamento di tanti dipendenti. Occorre mettere termine all'esasperata concorrenza nel settore dell’assistenza e cura a domicilio, che produce disagio e povertà per il personale, rischi per gli utenti e crescita dei costi per le casse malati.

Le situazioni negative concretamente rilevate dal Comitato sono:

  • estrema precarizzazione economica dei dipendenti dovuta al lavoro su chiamata
  • continuo cambiamento del piano di lavoro settimanale da parte dei servizi, che rende difficile per gli operatori la conciliazione familiare e privata
  • turni frammentati sulla giornata/sera e necessità per gli operatori di essere sempre connessi nel proprio tempo libero
  • insufficiente riposo giornaliero e settimanale
  • non riconoscimento come tempo di lavoro delle ore di trasferta verso e dagli utenti a domicilio, che sono effettuate dai dipendente in servizio
  • assenza di indennità adeguate in caso di lavoro disagiato (serale, notturno, festivo, di picchetto).

Soluzioni

In generale il Comitato VPOD operatrici e operatori SACD sostiene la mozione del 29 settembre 2019 “Lavoro malato, lavoro che fa ammalare”, che chiede al Consiglio di Stato di adottare varie misure per migliorare le condizioni di lavoro in Ticino, compreso nel settore sociosanitario.

In particolare, per il settore delle cure a domicilio, il Comitato rivendica:

  1. contratto collettivo di lavoro per tutti i servizi a domicilio;
  2. certificazioni sulla presenza sufficiente di personale qualificato e sul suo utilizzo nelle mansioni previste dalle sue qualifiche
  3. certificazioni sul rispetto delle normative della legge sul lavoro relative al riposo settimanale (max. 6 giorni consecutivi di lavoro) e al riposo giornaliero (almeno 11 ore di riposo);
  4. riconoscimento del tempo necessario per il lavoro telematico svolto a domicilio dai dipendenti;
  5. riconoscimento e piena valorizzazione del ruolo delle commissioni del personale nei servizi;
  6. messa al bando dello stile di gestione autoritario e verticistico: lo Stato deve sospendere i sussidi agli enti con gestioni autoritarie e verticistiche fino al ripristino della normalità;
  7. indagini indipendenti ed esaustive sul clima di lavoro, con la pubblicazione dei risultati;
  8. indennizzi e ricollocamenti del personale che denuncia situazioni di clima di lavoro negativo e che viene ingiustamente licenziato.