Per mandato costituzionale, le rendite devono coprire i bisogni vitali. Quest’obiettivo deve essere garantito dalle PC, ma in questi ultimi anni esse se ne sono allontanate a seguito del rincaro degli affitti e del costo della vita. Gli affitti considerati nel calcolo delle PC non sono cambiati dal 2001, quando invece tali costi sono aumentati mediamente del 24% !
Mentre decine di migliaia di pensionati e pensionate AI et AVS dovrebbero continuare a cavarsela con un minimo vitale calcolato su basi insufficienti, la CSSS-N ha persino introdotto delle misure disciplinari e di risparmio incomprensibili. Per esempio ogni prelievo dal secondo pilastro potrebbe venir punito con una riduzione del 10 % delle PC. Quindi una persona che ritira oggi il suo capitale del 2° pilastro per creare un’impresa, potrebbe doverne pagare il prezzo 30 anni dopo.
Un obiettivo dichiarato della riforma è inoltre quello di sopprimere gli «incentivi sbagliati». Risulta però incomprensibile che la CSSS-N insista nel voler considerare il reddito del/la consorte del beneficiario nel calcolo delle PC! Si tratta di disincentivi a lavorare, che dovrebbero essere abbandonati, in quanto il reddito lavorativo è già soggetto a imposta, contrariamente alle PC. Ma neppure gli altri membri della famiglia sono risparmiati: la commissione vuole ridurre drasticamente anche le spese riconosciute per i figli!
L’USS chiede con insistenza al Consiglio nazionale di correggere le proposte della sua commissione e di seguire essenzialmente la variante proposta dal Consiglio degli Stati, perché se la riforma delle PC dovesse sfociare in uno smantellamento di simili proporzioni, il ricorso alla votazione popolare sarà inevitabile.